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Martedì 15 giugno il webinar organizzato da Motore Sanità

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Martedì 15 giugno il webinar organizzato da Motore Sanità

Il tema “Puglia/Sicilia/Calabria: Il valore dell’aderenza per i sistemi sanitari regionali, dal bisogno all’azione”

Martedì 15 giugno, dalle ore 14.30 alle ore 18.00 si terrà il webinar sul tema “Puglia/Sicilia/Calabria: Il valore dell’aderenza per i sistemi sanitari regionali, dal bisogno all’azione”.

Il webinar, organizzato da Motore Sanità, e consultabile dal sito internet www.motoresanita.it, vedrà la partecipazione del Prof. Ciro Indolfi, Ordinario di Cardiologia e Direttore del Centro di Ricerche sulle Malattie Cardiovascolari dell’Università Magna Graecia di Catanzaro.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce come aderenza terapeutica il grado in cui il paziente segue le raccomandazioni del medico riguardanti dosi, tempi e frequenza dell’assunzione di una terapia per l’intera durata di essa.

Ma il problema dell’aderenza terapeutica riguarda oltre i farmaci, ogni atto assistenziale volto a modificare le abitudini e la routine terapeutica dei pazienti, cosa che spesso incontra una forte resistenza al cambiamento non solo nel breve ma anche nel lungo termine.

E questo purtroppo avviene sia che si tratti di pazienti acuti che di pazienti cronici. Dalle analisi contenute nel Rapporto OsMed, poco più della metà dei pazienti (55,1%) affetti da ipertensione arteriosa assume il trattamento antipertensivo con continuità.

Da studi osservazionali è emerso che oltre il 70% dei pazienti sospende il trattamento nei primi 6 mesi. Anche nel caso di altre patologie l’aderenza terapeutica si dimostra bassa in maniera allarmante: si parla, infatti, di appena il 52-55% per pazienti in trattamento per osteoporosi, il 60% per artrite reumatoide, 40-45% nel caso della terapia per diabete di tipo II, 36-40% per insufficienza cardiaca e solo il 13-18% per asma e BPCO.

Per il futuro sarà interessante misurare questo fenomeno in alcune aree dell’ oncologia o in altre patologie complesse ad alto impatto assistenziale oramai cronicizzate come HIV, HCV e malattie epatiche collegate. Considerando i 7 milioni di persone in Italia colpite da malattie croniche si stima che solo la metà di queste assuma i farmaci in modo corretto e che fra gli anziani le percentuali superino il 70% (OMS), questo ci fa comprendere la portata dello spreco generatosi per i notevoli costi clinici e sociali.

Negli Stati Uniti la mancata aderenza causa sprechi per circa 100 miliardi di dollari ogni anno mentre in Europa si stimano 194.500 decessi e 125 miliardi di euro l’anno per i costi dei ricoveri dovuti a questo problema.

La stessa AIFA nel suo sito riporta che “La scarsa aderenza alle prescrizioni del medico è la principale causa di non efficacia delle terapie farmacologiche ed è associata a un aumento degli interventi di assistenza sanitaria, della morbilità e della mortalità, rappresentando un danno sia per i pazienti che per il sistema sanitario e per la società.

Maggior aderenza significa infatti minor rischio di ospedalizzazione, minori complicanze associate alla malattia, maggiore sicurezza ed efficacia dei trattamenti e riduzione dei costi per le terapie. L’aderenza alle terapie è pertanto fondamentale per la sostenibilità del SSN.

Le cause della mancata o della scarsa aderenza ai trattamenti sono di varia natura e comprendono tra gli esempi più comuni la complessità del trattamento, l’inconsapevolezza della malattia, il follow-up inadeguato, timore di potenziali reazioni avverse, il decadimento cognitivo e la depressione, la scarsa informazione in merito alla rilevanza delle terapie, il tempo mancante all’operatore sanitario spesso oberato da pratiche burocratiche che sottraggono spazio fondamentale al confronto con il paziente. Tutti aspetti che si complicano in base all’età del paziente ed alla concomitanza di poli-patologie.

Ad ognuno degli attori in campo (politici, tecnici programmatori sanitari regionali e nazionali, medici, pazienti, industria) è quindi richiesto un preciso impegno riguardo a questo tema che valutando le future prospettive demografiche ed epidemiologiche avrà intuibili conseguenze sull’assistenza sanitaria e la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.

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