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Mascherine dopo le 18: perchè non dovrebbe essere polemica (?)

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coronavirus

Dalla giornata di ieri critiche e battute ironiche hanno iniziato a susseguirsi senza sosta per strada e sui social in seguito all’obbligo, che non ammette deroghe regionali, imposto dal Ministro della Salute Roberto Speranza di indossare le mascherine dopo le 18

“E’ fatto obbligo dalle ore 18.00 alle ore 06.00 di usare protezioni delle vie respiratorie anche all’aperto, negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico nonché negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie) ove per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea e/o occasionale: sono sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo, discoteche e locali assimilati all’aperto o al chiuso”.

Così il governo ha deciso di contrastare l’aumento di contagi sull’intero territorio nazionale, specie tra i più giovani, a seguito di alcuni focolai legati alla movida estiva e alle discoteche.

La seconda famosa ondata, quella che ci si aspettava per il prossimo autunno sembra infatti aver anticipato le sue mosse, e se correre ai ripari dovrebbe sembrare la cosa più saggia nonchè l’unica possibile, i più non hanno gradito la nuova ordinanza, facendo del sarcasmo in particolare sugli orari previsti dall’ordinanza.

A inasprire le polemiche questa volta non sono i soliti che siedono ai banchi dell’opposizione, ma i cittadini.

Probabilmente gli stessi che affollavano i lidi nei giorni scorsi, incuranti del distanziamento, delle mascherine, del buonsenso, dei divieti di assembramento e quindi, della salute pubblica?

Coloro che forse hanno dimenticato troppo rapidamente i difficili mesi trascorsi in casa, i morti, il sistema sanitario al collasso e le pesanti conseguenze sull’economia globale?

Quelli del “virus che non esiste”, “che colpisce solo i più anziani o affetti da chissà quali patologie”?

Le ragioni che stanno alla base della decisione non sono certo trascendentali, ne così ridicole come qualcuno vuol far sembrare (la tanto discussa movida estiva, quella che coinvolge numeri elevati e senza controllo di giovani e giovanissimi, parte proprio dalle 18 e va avanti per tutta la notte).

Forse basterebbero uno sguardo più lungimirante e coscienzioso, e un atteggiamento civile e responsabile. Magari non sarebbero neppure necessarie altre ordinanze.

Pur consapevoli dei danni arrecati al settore turistico e non solo, non possiamo dimenticare che il virus non ha mai smesso di circolare e dovrebbe essere cura, dovere e interesse di tutti non favorirne la diffusione.

Se #andràtuttobene non sarà certo merito di molti di noi.

Maria Francesca Gentile

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