Intervista a Massimiliano Finazzer Flory, interprete e regista di Essere Leonardo da Vinci. Un’intervista impossibile
4 min di lettura«I nostri grandi scrittori sono amati all’estero perché l’Italia è considerato un paese di successo. Noi ci piangiamo addosso, ma fuori l’ Italia è cultura e arte. Se vado in California come ambasciatore del mondo e dico Calabria mi rispondono Magna Graecia perché essa é arte antica, archeologia: questa è la nostra immagine nel mondo».
Lo ha dichiarato il drammaturgo e regista teatrale Massimiliano Finazzer Flory durante un’intervista concessa in occasione della messa in scena dello spettacolo teatrale “Essere Leonardo. Un’intervista impossibile”, di cui è stato attore e regista.
Lo spettacolo, presentato al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme da Ama Calabria e il Liceo Scientifico “Galilei” di Lamezia Terme, ha concluso il festival della Scienza svoltosi presso l’istituto superiore.
Massimiliamo Finazzer Flory durante la conversazione ha esaminato la sua opera teatrale esibita in anteprima a Londra (2012) in occasione della mostra “Leonardo da Vinci”. Painter at the court of Milan alla National Gallery ed ha messo in luce la poetica e la dimensione umana e culturale del genio, artista e scienziato Leonardo da Vinci.
Potrebbe chiarire il significato del titolo della sua opera teatrale “ Essere Leonardo da Vinci. Un’intervista impossibile?
«Il titolo vuole significare che è impossibile per un giornalista strappare a Leonardo un’ intervista non avendo il consenso di cavargli facilmente frammenti di verità e rabbia.
L’intervistatore deve seguire Leonardo che è un uomo di fuga, che si muove in avanti, che è una macchina del tempo che guarda l’avvenire, che ci fa riflettere sul significato del tempo: non esiste per lui passato, presente e futuro.
Il tempo si curva sulla base di un idea che abbiamo dell’avvenire. L’incalzante intervista, condotta durante lo spettacolo da Gianni Quillico, rispecchia fedelmente il copione costruito da me con pensieri delle opere della biografia e la figura di Leonardo che non è un uomo da monologo ma un uomo da frasi, citazioni, aforismi che servono per vivere meglio la vita»
Che cosa è il tempo per Leonardo?
«Il senso del tempo si coglie nella frase secondo la quale il passato diventerà presente se si ha memoria»
Qual è per Leonardo il rapporto tra pittura, poesia e scienza?
«La pittura è poesia cieca e la poesia è pittura muta. Ognuna delle due è se stessa e parla con il linguaggio dell’altra. La pittura è scienza, ma è anche nipote della natura. Chi dipinge in Calabria è nipote di questa natura ma figlia dell’immortalità, di Dio»
Leonardo crede all’esistenza di Dio?
«Nessun essere va verso il nulla» dice Leonardo il quale crede che esista una divina trasformazione, una energia superiore che certamente si identifica con il Dio cristiano.
Per quale motivo ha scelto Leonardo da Vinci quale protagonista della sua opera?
«Considerato il fatto che abbiamo gradualmente separato la cultura umanistica da quella scientifica, ho scelto il genio Leonardo in quanto egli riporta all’unità le arti e i saperi. È l’uomo dell’unità, è l’uomo del Rinascimento per cui abbiamo bisogno di nascere di nuovo riunendo le arti»
Qual è il filo conduttore che guida la scelta degli autori italiani e stranieri da rappresentare in teatro e far conoscere all’estero?
«A me interessa che siano personaggi universali come Dante, Manzoni, Leonardo da Vinci ed altri con i quali dobbiamo lavorare in Italia e fuori dall’Italia.
Fuori dall’Italia sono tutti amati. Noi ci piangiamo addosso senza pensare che all’estero l’Italia è cultura e arte: questa è la nostra immagine nel mondo. È il nostro petrolio che non inquina»
Quale messaggio potrebbe trasmettere ai giovani questo spettacolo “Essere Leonardo da Vinci. Un’intervista impossibile” indubbiamente impegnativo per il linguaggio rinascimentale adottato e per i contenuti di altissimo spessore culturale?
«Movesi l’amante per la cosa amata ma se la cosa è vile l’amante si fa vile: muovetevi per le cose che amate, ma se le cose sono vili, l’amante diventa vile.
Il che significa che ai giovani bisogna restituire valori, passioni, ideali, arte che oggi si sono offuscati. E rispetto alla difficoltà del testo proposto, io sostengo che non dobbiamo continuare a semplificare le cose ai giovani, a dare la pappetta, altrimenti avremo dei bambini.
Devono seguire il duro esempio dei nostri maestri e percepire che devono fare un percorso verso la vetta. E quindi basta con le cose facili»
Lina Latelli Nucifero