Matteo Renzi, dal pop al flop. Presentato l’ultimo libro di Giandomenico Crapis
3 min di letturaL’autore: “l’ipertrofia comunicativa rischia di fagocitare i leader di oggi”
Comunicato stampa:
Una presenza debordante su tutti i canali comunicativi. Dalle “Invasioni barbariche” ad “Amici di Maria De Filippi”, fino a quell’onnipresenza su tutte le reti che qualche anno fa portò lo stesso autore del libro a scrivere “Renzi va in Tv anche la domenica pomeriggio”.
La velocità vista come chiave della politica, a prescindere dai contenuti. La narrazione positiva costruita sulle parole ricorrenti di “speranza” e “sogno”, accanto all’invettiva contro “i gufi”, intesi come tutti coloro che non aderivano acriticamente alla sua visione. Ricostruisce così le caratteristiche del percorso politico e comunicativo di Matteo Renzi, il massmediologo Giandomenico Crapis, nel presentare nei giorni scorsi a Lamezia Terme il suo ultimo lavoro “Matteo Renzi: dal pop al flop”.
L’esperto di comunicazione lametino parte da un assunto: “Renzi è arrivato come un uragano sulla politica e sulla comunicazione italiana, facendo a sinistra l’operazione che aveva fatto Silvio Berlusconi vent’anni prima sull’altro versante: quella cioè di imprimere alla politica una fortissima torsione in direzione della comunicazione, fino a farne il nucleo essenziale delle sue strategie”.
Diversi i punti in comune tra l’ex leader del Pd e il Cavaliere, secondo Crapis, come l’onnipresenza in TV, la narrazione ottimistica della realtà pur di fronte alla palese sconfessione da parte dei dati, in particolare dei dati economici, la guerra contro un paventato “fuoco amico”, unica causa di tutte le sconfitte elettorali. Ma ci sono anche punti di differenza: “Renzi ha mostrato una velocità comunicativa, tratto che in Berlusconi non ha mai spiccato particolarmente. E poi, come è evidente, la parabola di Berlusconi è stata ben più lunga di quella di Matteo Renzi”.
Il messaggio, per Crapis, da raccogliere dalla rapida ascesa e dall’altrettanto rapido declino di Matteo Renzi riguarda proprio l’utilizzo dei media, degli “old” e soprattutto dei new media: “la velocità, l’ansia della comunicazione, la politica fatta a suon di post e di tweet e di social, nel momento stesso in cui crea il successo dei leader politici, è capace di fagocitarli. La leadership politica di oggi rischia di “bruciarsi” con la velocità, di autobruciarsi.
Ed è insidiata spesso dall’assenza di un solido terreno politico su cui poggiarsi. La parabola politica e comunicativa di Renzi e del renzismo è dunque un messaggio anche per i leader attuali, un monito altrettanto valido per tutti quelli che ne hanno preso il posto al governo o ambiscono a farlo.”
Nel corso della serata, intervallata dalla proiezione di video di alcuni dei momenti principali di quella l’autore definisce una “leadership televisiva”, i contributi alla discussione di Mario Paraboschi e Giuseppe Zupo che hanno messo in evidenza i punti chiave dell’ultimo lavoro di Crapis, sottolineandone la capacità di essere un valido punto di partenza per una riflessione approfondita sul rapporto tra la politica e la comunicazione, in particolare per la sinistra.