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Il mito della profetessa Cassandra rivive tra le rovine dell’Abbazia Benedettina

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Il mito della profetessa Cassandra rivive tra le rovine dell’Abbazia Benedettina

Prima serata, ieri, all’Abbazia Benedettina di Lamezia Terme, dela stagione teatrale di Lamezia Summertime, la storica rassegna, ferma dal 2016, che è ritornata quest’anno, con un cartellone ricco di eventi che ci accompagnerà fino a settembre inoltrato.

Si può serenamente affermare che Giovanna Villella con la cooperativa In Rete, Teatrop e le altre associazioni partner della rassegna, abbiano compiuto un piccolo miracolo.

Ieri sera, infatti, l’Abbazia Benedettina di Lamezia Terme, della quale ci racconta la storia la meravigliosa Elisabetta Pozzi, nel prologo del monologo che ieri ha incantato la platea, era finalmente in uno stato degno della sua storia.

Ripulita e illuminata, in una fresca serata estiva, si è offerta ad un pubblico desideroso di ascoltare il mito di Cassandra, l’affascinante profetessa, protagonista del soliloquio di Elisabetta Pozzi, che ricevette il dono della preveggenza dal Dio Apollo e che dallo stesso fu maledetta, perdendo il dono della persuasione e finendo per non essere più creduta da nessuno, nonostante le sue profezie si avverassero puntualmente.

Una camaleontica Elisabetta Pozzi ce ne racconta la storia con uno meraviglioso monologo, che si muove intervallato da intermezzi musicali raffinati e di grande suspence, sui quali l’attrice canta e racconta la verità di colei che “prevede la verità senza essere ascoltata”.

Il mito della profetessa Cassandra rivive tra le rovine dell’Abbazia Benedettina

Uno spettacolo emozionante che lascia il pubblico senza fiato nell’osservare l’attrice che riesce a far rivivere la sfortunata profetessa, regalandone una versione moderna e struggente, muovendosi sul palco, tra stoffe e cornici che la trasformano nei personaggi protagonisti del racconto, fino a rievocarne la morte, creando una magica connessione tra l’attrice e il personaggio; connessione preannunciata nel prologo dalla stessa attrice.

In un finale inaspettato, che ci catapulta, attraverso citazioni di grandi poeti come Elliot e Pasolini, nella visione di una civiltà moderna senza identità e ideali che definiscono l’uomo come “un minuscolo ragno al centro d’una immensa tela che si tesse ormai da sola e di cui è l’unico prigioniero”.

Un epilogo di speranza, lo definisce Elisabetta Pozzi, che spera nelle nuove generazioni e saluta in pubblico dopo una meritata standing ovation.

Lamezia Summertime e TeatrOltre ci hanno regalato una serata straordinaria e nonostante Giovanna Villella, nella presentazione, abbia auspicato in una futura edizione più strutturata e organizzata, possiamo affermare che di fronte alle difficoltà che l’amministrazione comunale sta incontrando nella gestione dei luoghi di cultura all’aperto, ieri sera tutto fosse all’altezza del grande spettacolo che l’Abbazia ha ospitato.

abbazia benedettina

Una suggestiva luna piena ha accompagnato gli spettatori verso l’uscita, e mentre tornava a regnare il silenzio, ci piace immaginare Piero Bonaccurso (al quale la rassegna è dedicata) sorridente e soddisfatto, chiudere i cancelli dell’Abbazia e sotto la luce della luna, osservare il palcoscenico vuoto, aspettando il prossimo spettacolo.

Tiziana De Matteo

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