La montagna partorisce un topolino: fa…volando in dialetto
2 min di letturaAncora un tentativo di ripensare in vernacolo una nota favola classica: il mio auspicio è di far conservare una tradizione senza tradirla nella lingua dei nostri nonni. Ci riuscirò!? Ai posteri l’ardua sentenza…
Riscrittura in lametino
’Na muntagna si langurava chi mancu, picchì era ’n travàgljiu:
avìa d’accattàri, porella! ’N giru ’un si parrava d’autru, ’nzinu a quandu
’un bìderu spuntari ’nu suricicchjiu, tutt’un pìazzu!
’Sta favuletta è stata scritta ppi chilli
cà si lìnchjnu ’a vucca di cosi ’randi e pua ’un cunchjùdinu nenti.
Postilla paremiologica: La locuzione latina “Parturient montes, nascetur ridiculus mus”, alla lettera, significa: “I monti avranno le doglie del parto, nascerà un ridicolo topo” (Orazio, Ars poetica, v. 139). Pertanto, prima di Fedro (Fabulae III, XXII. Mons parturiens), il pensiero, oltre che favoleggiato, era anche liricizzato.
Chiosa etimologica: “accattari”, senza ricorrere a francesismi, deriva dal lat. ad-captare, il cui senso è “acquistare”. Perché utilizzare questa voce dal punto di vista neonatologico!? Semplice: per dare l’idea di un investimento. Si pensi alla logica della manovalanza di una discendenza maschile; che bel guadagno, forza lavoro in arrivo: meglio di un’assicurazione sulla vita! Per le figlie!? La medesima considerazione: un bel partito, per loro, avrebbe fatto “una bella posizione”, come si dice dalle nostre parti. Insomma, le nascite sono titoli…aggiunti.
Versione di Fedro
Mons parturibat, gemitus immanes ciens,
eratque in terris maxima expectatio.
At ille murem peperit. Hoc scriptum est tibi,
qui, magna cum minaris, extricas nihil.
Traduzione in italiano corrente
Una montagna partoriva, emettendo enormi lamenti.
E c’era nel mondo un grande sussulto, quand’ecco che venne alla luce
un topo. Questo scritto ti si addice, perché, mentre
prometti grandi cose, non concludi nulla.
Italiano, Latino, la(me)tino: bella terna, vero!?
A Caterina Destito, collega ed amica simpaticissima. Da lei apprendo quanto la Cultura supera i confini dello Spazio, del Tempo, dei diversi idiomi, delle umane incomprensioni: è il filo conduttore del suo faceprofilo ed è anche quello che in-filo nelle maglie fascinose della bella classicità, in cui fortemente credo.
Prof. Francesco Polopoli