Mori Sanzùni ccu tutti i Fhilisdei!
2 min di lettura«Muoia Sansone con tutti i Filistei!»: il modo di dire viene pronunciato per riferirsi a colui che, pur di creare un danno ai propri avversari, non ha alcuna esitazione a danneggiare anche sé stesso
L’espressione, giusto per essere precisi, è presente nel libro dei Giudici, al capitolo 16:
Sansone invocò il Signore e disse: «Signore, mio Dio, ricordati di me! Dammi forza una volta ancora. In un solo colpo mi vendicherò contro i Filistei per tutti e due i miei occhi». Poi Sansone cercò a tastoni i due pilastri centrali che reggevano l’edificio. Si puntò contro di essi, con la destra e con la sinistra, urlando: «Muoia Sansone con tutti i Filistei!» e poi spinse con tutta la sua forza. L’edificio crollò, travolgendo i capi dei Filistei e tutti gli altri. Così, Sansone uccise più persone con la sua morte che in tutta la sua vita.
Tutti conosciamo le gesta straordinarie del singolare eroe vetero-testamentario sopracitato e soprattutto come a causa di Dalila sia arrivato a perdere tutta la sua potenza, eradicata dai bulbi pilifera della sua splendida chioma, ove risiedeva per l’appunto quella capacità sovrumana, prima di essere destituita dalle malie erotiche della femminina seduzione. Consegnato ai nemici, chiese perdono a Dio per essersi fatto ingannare, pregandolo affinché gli desse ancora la forza per vendicarsi.
Fu così che durante un banchetto, riuscì a fare crollare il tempio scuotendo le mura con il vigore ritrovato e, prima di morire, pronunciò la famosa frase: “Morte a Sansone e a tutti i Filistei!”.
Oggi, però, quest’adagio rende parossistica la metafora biblica fino a legittimare crollo e tracollo «sine obtorto collo»: occorre fare attenzione, però, perché l’effetto domino, se è predominante, genera non poche volte cadute di bassa lega. Prudenza, allora!
Prof. Francesco Polopoli