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Morire su un campo di calcio, la storia di Renato Curi

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Renato Curi Perugia

È il pomeriggio del 30 ottobre 1977 e allo stadio Comunale di Pian di Massiano, su un campo molto pesante per la forte pioggia, si gioca Perugia-Juventus, gara valida per la sesta giornata del campionato di Serie A. Al quinto minuto del secondo tempo quella che doveva essere soltanto una partita di calcio si trasforma in una tragedia: Renato Curi, giovane e talentuoso centrocampista dei Grifoni, si accascia a terra privo di sensi. Morirà pochi minuti dopo.

Renato Curi è nato il 20 settembre 1953 a Montefiore dell’Aso, in provincia di Ascoli, ed è un centrocampista brevilineo e agile, un moderno regista della mediana. Curi comincia la sua carriera da professionista con la squadra abruzzese del Giulianova con la quale conquista la promozione in Serie C alla fine della stagione sportiva 1970/71. Nel 1973 viene acquistato dal Como, team militante in Serie B. La prima stagione in cadetteria del ventenne centrocampista è ottima tanto che in estate passa all’ambizioso Perugia di Ilario Castagner. I grifoni, al termine di un campionato esaltante, conquisteranno la loro prima storica promozione in Serie A e Renato Curi sarà tra i protagonisti di quella cavalcata con quattro reti siglate.

La tragedia di Curi

Il campionato di Serie A 1977/78 comincia bene per il Perugia con tre vittorie nelle prime cinque gare disputate. Si arriva così alla sesta giornata, a quel fatale 30 ottobre di quaranta anni fa: gli umbri ricevono la Juventus al Comunale. La gara comincia alle 14.30 sotto una fitta pioggia che rende difficili le giocate per entrambe le formazioni.
Al quinto minuto della ripresa, Renato Curi si avventa su un pallone proveniente da una rimessa laterale; d’improvviso si accascia a terra. Compagni e avversari agitano le braccia intorno a lui all’indirizzo delle panchine; entrano in campo i barellieri e i medici sociali. Il centrocampista viene portato fuori mentre la gara prosegue fino alla fine dei 90 minuti (l’incontro si concluderà 0-0 n.d.r.). Il cuore di Curi cessa di battere pochi minuti dopo al Policlinico di Perugia. Renato Curi muore così all’età di ventiquattro anni, in campo, stroncato da un infarto, una disfunzione cardiaca che non gli era mai stata diagnosticata.

Curi Perugia

Lo stadio Comunale di Pian di Massiano verrà intitolato alla sua memoria dopo qualche settimana. Oltre allo stadio perugino, anche una squadra di calcio ha voluto rendere onore allo sfortunato giocatore perpetuando il suo nome: è la Renato Curi Angolana (solamente Renato Curi dal 1978 al 1998 prima della fusione con l’Angolana) di Città Sant’Angelo, in provincia di Pescara. Curiosità: nella Renato Curi hanno mosso i primi passi nel calcio professionistico Fabio Grosso e Massimo Oddo, campioni del mondo ai Mondiali del 2006.

Le spoglie di Curi oggi riposano al cimitero di San Silvestro a Pescara.
La morte su un campo di calcio: un incubo che gli sportivi italiani hanno vissuto ancora 35 anni dopo quell’infausto pomeriggio di autunno del 1977; è il 14 aprile 2012 e durante il match di Serie B tra Pescara e Livorno muore Piermario Morosini in seguito a una crisi cardiaca.

Antonio Pagliuso

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