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MuSaBa, il museo proprio museo d’arte contemporanea a cielo aperto

4 min di lettura

Continua, anche questa domenica, il percorso di promozione dei tesori, noti e meno noti, della Calabria: oggi “visiteremo” il MuSaBa, un vero e proprio museo – laboratorio d’arte contemporanea , a sud est del centro di Mammola (RC).

di Valeria Folino MuSaBa

A uno sguardo più attento non sarà sfuggito, percorrendo la superstrada Jonico-Tirrenica che collega i due versanti calabresi (Rosarno-Marina di Gioiosa Jonica), una “macchia” di colore che spicca con forza tra il verde della vallata del Torbido.
È proprio lì, nel cuore della Calabria, a sud est del centro di Mammola, sorge il Parco Museo Santa Barbara: un vero e proprio museo – laboratorio d’arte contemporanea, a cielo aperto.
Il MuSaBa (Museo Santa Barbara) nasce dalla volontà e dall’estro creativo del pittore, scultore e architetto italiano, Nik Spatari e dell’instancabile e anticonformista organizzatrice Hiske Maas, che dal 1969, insieme ad altri artisti (ma anche architetti, ambientalisti e archeologi), hanno lavorato per sviluppare questo bellissimo progetto.
Il Parco Museo Laboratorio si sviluppa attorno ai resti di un antico complesso monastico del X secolo, trasformato nella sede del MUSABA-Fondazione Spatari/Maas che si trova in un luogo di eccezionale interesse culturale e ambientale, noto per una serie di preesistenze archeologiche particolarmente significative e diverse da quelle più conosciute in Calabria.
Nel parco museo laboratorio si ha la possibilità, rara, di rilevare la presenza di differenti tipologie di presenze che sono state conservate e restaurate e che costituiscono un unicum di rilevante interesse ambientale nel quale convergono valori e testimonianze storiche dell’antica frequentazione di queste aree.
Vi sono state interessanti presenze di popolazioni “indigene”. Una campagna di scavi confermò la presenza di necropoli dei “campi di urne” del XII-VIII secolo a.C. e un insediamento che vi si sovrappose tra il VII e il IV secolo a.C.
Un parco magico di 7 ettari ricco di bellezze artistiche, monumentali e architettoniche, davvero uniche:  l’antico complesso monastico, la Chiesa restaurata dell’anno 1000 che ospita la monumentale opera tridimensionale “Il Sogno di Giacobbe”; la nuova ala museale “La Rosa dei Venti”; la copertura ipercolorata della Foresteria con i suoi mosaici; le sculture monumentali imponenti e i laboratori d’arte dove si svolgono molteplici attività tese alla promozione delle attività artistiche e stage e dove le persone di tutte le età possono imparare l’arte attraverso la pratica.
Nick e Hiske avviarono i lavori dell’intera area circostante l’ex complesso monastico, destinata a diventare Parco e Giardini Mediterranei d’Arte, mettendo a dimora centinaia di piante e arbusti di varie specie, recuperando il greto della fiumara Torbido, arginandolo e bonificandolo.
L’antico uliveto dell’acrocoro è stato recuperato e bonificato.
Negli anni il Parco è stato arricchito da opere monumentali realizzate da artisti internazionali.
Nella giornata del 1 Aprile era girata la notizia che il MuSaBa  avesse  “ricevuto”  una visita d’eccezione: Re d’Olanda Guglielmo Alessandro accompagnato dalla consorte, regina Máxima Zorreguieta Cerrutiù. «Abbiamo ricevuto una visita particolare» – è scritto in una nota fatta girare dai responsabili della struttura suggellata da una foto che ritrae i fondatori del Musaba di Mammola in mezzo ai reali d’Olanda. Poi, la notizia che si era trattato solo di un Pesce d’Aprile!
Verità o bufala, ciò che realmente conta  è promuovere questo tesoro tutto calabrese, forse, ancora poco conosciuto; al di là di queste curiosità, ciò che importa è visitare questo luogo magico ricco di arte ed “energie positive”.

Degno di nota, inoltre è il paese di Mammola: il centro storico conserva intatta la sua struttura urbanistica di origine medievale con viuzze strette e piccole case.
Da visitare: la Chiesa di San Filippo, dell’Annunziata, la Chiesa Matrice (dove sono conservate le reliquie di San Nicodemo Abate Basiliano patrono della città), la Grancia Basiliana di San Biagio, i Palazzi Gentilizi (Del Pozzo, Spina, Ferrari, De Gregorio, Casa Tarantino ed altri) inoltre il vecchio mulino ad acqua e le due Piazze Ferrari e Magenta che sono i punti di ritrovo dei turisti. Da non perdere poi, per gli amanti e non solo, la degustazione del famoso Stocco di Mammola, uno dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani.
Lo stoccafisso di Mammola conta secoli di tradizione e viene preparato in maniera tradizionale nella tiana, recipiente di terracotta, con l’utilizzo di ingredienti naturali: stocco, patate, pomodori, cipolla, olive, peperoni essiccati ed abbondante olio extravergine d’oliva, che esaltano questa pietanza semplice e gustosa.

 

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