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‘Ndrangheta: gola profonda svela a Klaus Davi gli equilibri del clan Labate

2 min di lettura
Klaus Davi - LameziaTerme.it

Klaus Davi intervista una "gola profonda"

La testimonianza di un soggetto vicino alla famiglia

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Klaus Davi intervista una “gola profonda”

Comunicato stampa:

“Fanno i miliardi ma nessuno li tocca” “Guerra di mafia? Minchiate dei giornalisti”

Il clan Labate di Reggio Calabria è tra i più potenti e finanziariamente più ricchi ma anche tra i meno conosciuti, nonostante le numerose inchieste della Procura di Reggio Calabria operate per mano di Stefano Musolino, Antonio De Bernardo e Giuseppe Lombardo. Il loro agire è meno roboante, il loro look e lo stile meno glamour dei giovani rampolli del Clan Tegano, e nel silenzio quasi totale  macinano decine di milioni di euro di “fatturato” controllando pompe di benzina, negozi, grande distribuzione, slot machines, alimentari, centri scommesse, locali.

Ora Klaus Davi in un documentario realizzato con Alberto Micelotta, prova a squarciare un velo sul potente Clan.
E lo fa incontrando un soggetto molto vicino alla famiglia. Nell’intervista la gola profonda spiega diverse cose. Intanto ribadisce il controllo di aziende nel settore ferroviario passato dalla famiglia Tegano alla famiglia Labate. Indica in Gioacchino Riedo l’uomo che si è ‘seduto al tavolo dei Labate’, che incassa e smista tangenti e gestisce posti di lavoro per conto del Clan. L’intervistato illumina anche un passaggio di consegne nel clan De Stefano indicando in un incensurato membro della famiglia Caponera colui che fa le veci di Paolo Rosario De Stefano ora detenuto. Esclude poi categoricamente prossime guerre di mafia ventilate invece da alcune tesi giornalistiche: “nessuno ha interesse a spostare gli equilibri economici. Un conto sono gli articoli sui giornali, un conto se vogliamo dire la verità. Ad impedire la guerra di mafia sono i soldi”.

In merito al video che contiene l’intervista, il massmediologo precisa: ”Ci siamo incontrati fuori Reggio Calabria a tarda sera. Sono quelle interviste che con le scorte non è possibile fare. Il rischio fa parte del nostro lavoro. Il mio interlocutore è credibile. Ha consegnato la sua vita nelle mie mani con questa testimonianza. Spero che altri mi contattino”.

È possibile visionare il video cliccando: QUI

 

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