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‘Ndrangheta, processo Epicentro in appello a ottobre

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Corte d'appello di Reggio Calabria

Corte d'appello di Reggio Calabria

Alla sbarra 56 imputati, ci sono i vertici delle cosche reggine

Inizierà il 25 ottobre in aula bunker a Reggio Calabria il maxiprocesso “Epicentro” concluso con il rito abbreviato, a luglio del 2022, con 54 condanne e 5 assoluzioni.

Sono 56 complessivamente gli imputati per i quali la Corte d’Appello ha fissato la prima udienza del processo di secondo grado e tra questi ci sono presunti boss e gregari delle famiglie mafiose della città finiti al centro delle indagini coordinate dal procuratore Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Stefano Musolino e dai sostituti della Dda Walter Ignazitto, Nicola De Caria e Giovanni Calamita.

Associazione mafiosa, estorsioni e danneggiamenti sono le principali accuse contestate a esponenti delle cosche De Stefano-Tegano-Molinetti, Libri, Condello, Barreca, Rugolino, Ficara, Latella e Zito-Bertuca.

In primo grado la pena più pesante, 23 anni di carcere, è stata inflitta a Domenico Calabrò, ritenuto il principale consigliere del boss ergastolano Filippo Barreca, condannato a 20 anni di reclusione così come Demetrio Condello, Carmine De Stefano, Orazio De Stefano, Antonio Libri e Luigi Molinetti detto “la Belva”.

Nel primo processo erano stati condannati anche Donatello Canzonieri (19 anni e 8 mesi), Giandomenico Condello (18 anni e 10 mesi), Giorgino De Stefano detto “Malefix” (12 anni e 8 mesi), Paolo Rosario De Stefano (14 anni), Edoardo Mangiola (18 anni), Alfonso Molinetti di 65 anni (12 anni e 2 mesi), Antonino Monorchio (16 anni e 8 mesi), Carmine Polimeni (16 anni) e Domenico Tegano (18 anni).

Nelle motivazioni della prima sentenza, il gup Francesco Campagna aveva sottolineato che “le risultanze processuali documentano l’esistenza di un’ampia confederazione di cosche sul territorio reggino”.

Nato dalle inchieste, “Malefix”, “Metameria” e “Nuovo corso”, il maxi-processo “Epicentro” è la prosecuzione dei processi “Olimpia” e “Meta”.

“Gli inquirenti – si legge sempre nella prima sentenza – hanno compiutamente dimostrato che il controllo delle attività estorsive sul centro di Reggio Calabria fosse appannaggio delle quattro cosche di ‘ndrangheta con maggiore peso specifico criminale, nello specifico De Stefano, Tegano e Condello di Archi e della cosca Libri di Cannavò”.

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