‘Ndrangheta: sentenza definitiva “Saggio compagno”, 8 arresti
2 min di letturaIl processo ha fatto luce sulle cosche di Cinquefrondi
REGGIO CALABRIA.La sentenza del processo “Saggio compagno” è diventata definitiva e i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno arrestato otto soggetti ritenuti gravitanti nell’ambito della ‘Ndrangheta di Cinquefrondi.
L’ordine di carcerazione è stato disposto dalla Procura generale dopo che la Corte di Cassazione ha posto il sigillo alle accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso e altri reati aggravati dal metodo mafioso.
L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, tra dicembre 2014 e gennaio 2015, ha disarticolato il “locale” di Cinquefrondi gestito da una cosca operante in tutta la piana di Gioia Tauro ed attiva nel traffico di sostanze stupefacenti e nel contrabbando di armi.
Le indagini, all’epoca, avevano portato complessivamente all’arresto di 84 soggetti, permettendo di documentare come i vertici delle famiglie Foriglio, Petullà e Ladini fossero riuscite nel tempo, grazie alla forza di intimidazione scaturita dal vincolo associativo e dalle conseguenti condizioni di assoggettamento e omertà, ad imporre il loro volere sul territorio dei comuni di Cinquefrondi e Anoia, assicurandosi anche il controllo del fiorente settore degli appalti boschivi e di ogni attività ad esso strumentale.
Oltre alle intercettazioni e all’attività di indagine classica, l’impianto accusatorio si basava sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Rocco Francesco Ieranò che aveva permesso di documentare la strategia e gli obiettivi del boss Giuseppe Ladini.
Quest’ultimo, in pochi anni, aveva scalato le gerarchie della ‘ndrangheta e, forte di un vero e proprio esercito di picciotti, aveva dato vita ad una sua ‘ndrina, destinata a guadagnarsi fama per la spudoratezza delle modalità di azione.
Dopo che la Cassazione ha rigettato i ricorsi, sono stati arrestati otto imputati del processo che, adesso, dovranno scontare in carcere la rimanenza delle pene che gli erano state inflitte dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria.
Si tratta di Raffaele Petullà, Saverio Napoli, Michele Ierace, Antonio Petullà, Rocco Foriglio, Nicodemo Lamari, Rocco Varacalli e Antonella Bruzzese. (ANSA).