‘Ndrangheta: sequestrati beni per oltre 2 milioni e mezzo di euro
3 min di letturaQuesta mattina la Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha eseguito un ingente sequestro di beni nei confronti di un imprenditore appartenente alla cosca “Rosmini”.
REGGIO CALABRIA – I militari delle Fiamme Gialle, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, hanno eseguito una misura di prevenzione patrimoniale che dispone il sequestro di una ditta individuale, 6 immobili, 3 autovetture e numerosi rapporti finanziari per un valore complessivo stimato di 2,5 milioni di euro, riconducibili al pregiudicato mafioso Liuzzo Giuseppe Stefano Tito e al suo nucleo familiare.
Il provvedimento focalizza l’attenzione su uno dei più noti imprenditori edili a suo tempo attivi nella Provincia di Reggio Calabria, attualmente detenuto poiché tratto in arresto per associazione mafiosa nell’operazione “Araba Fenice”, condotta dalla Guardia di Finanza nel 2013. Dalle precedenti indagini era emersa l’appartenenza di Liuzzo alla cosca di ‘ndrangheta “Rosmini”, per conto della quale – come anche confermato dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia – egli aveva curato gli illeciti interessi economici, soprattutto nel settore dell’edilizia privata. Nello stesso contesto era stata inoltre accertata la riconducibilità al soggetto destinatario del provvedimento odierno, di diversi beni formalmente intestati a soggetti terzi e, in particolare, alla compagna Assumma Serena e al fratello di questa, Assumma Natale, anch’egli destinatario di provvedimento restrittivo della libertà personale nell’operazione “Araba Fenice”.
L’odierno provvedimento di sequestro rappresenta l’epilogo delle ulteriori indagini condotte in materia di misure di prevenzione dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria. Attraverso lo sviluppo di capillari accertamenti di natura economico-patrimoniale, è stato possibile ricostruire l’intero patrimonio riconducibile, direttamente o indirettamente, al menzionato Liuzzo e ai suoi familiari, ed è stata anche accertata, sin dall’anno 2005, la sproporzione tra tale patrimonio e i redditi dichiarati nelle corrispondenti dichiarazioni dei redditi presentate.
Le investigazioni hanno permesso di cristallizzare l’aspetto statico della ricchezza attualmente posseduta dal proposto e dalla sua famiglia, nonché evidenziato quello dinamico delle fonti attraverso le quali detta ricchezza è stata prodotta e si è evoluta nel tempo, sino alla sua attuale consistenza. Sotto il profilo della disponibilità dei beni, i Finanzieri non solo hanno individuato quei beni di cui Liuzzo è risultato titolare o per i quali ha operato, in capo allo stesso, la presunzione legislativa di disponibilità, ma hanno altresì raccolto dati oggettivi in relazione ad altri beni e utilità di fatto riconducibili al proposto, quale effettivo dominus, a prescindere dalla loro formale intestazione.