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Nel lettone dei tuoi nonni – Tindaro Granata

4 min di lettura

Io ti ricorderò così.
Un bambino al centro di un grande letto matrimoniale, con i nonni al fianco e un nonno affabulatore che ti racconta e ti racconta e poi una notte ti racconterà perché con la nonna non si parla più da cinquanta anni.

antropo

 Sono stati sposati 67 anni e non si sono parlati più da quella notte.

Io ti ricorderò mentre provi a raccontarci, mimando, quella notte di violenza, mimando la vita difficile. Una vita difficile.
Dalla Sicilia, da Tindari, il luogo con le dita rosate, da Camilleri che so a memoria (col piccolo, misterioso teatro greco e la spiaggia a forma di una mano con le dita rosa) tu Tindaro, sorridendo alla fine ci regali il tuo incontro con Massimo Ranieri, il suo incuriosirsi al nome ed al paese uguale e poi la tua spiegazione sul pescecane, la canzone di Modugno, su quella storia di amore e morte che arrossa il mare di Sicilia.
Un mare color del vino.
Io ricorderò i tuoi pantaloni e la  felpa che indossavi quella sera in cui gli attori della compagnia di Ranieri ti sorpresero a fare il cameriere. Eri stato con Ranieri un anno, poi avevi avuto un incidente alla gamba, mal curato, sei stato fermo due o tre anni, non eri tornato al teatro e loro invece di capire ti davano ordini. Porta quello e porta questo. Capricciosi. Sei tornato a casa alle due di notte, hai pianto tutta la notte e quel pianto a fatto ritornare in vita te, i racconti dei nonni, la tua voglia di teatro.
Come è successo con la rucola da me. Te la voglio raccontare questa. Il mazzetto di rucola stava nel frigo, senza acqua, si era asciugato, appassito, morto, una foglia appiccicata all’altra. Buttiamolo, mi fa la ragazza, ed io invece lo lascio inavvertitamente in un piatto con dell’acqua dentro. La mattina dopo, come te dopo le tue lacrime, la rucola aveva bevuto l’acqua ed era più bella di prima, verde squillante.
Ricorderò e porterò con me, Tindaro, il tuo abbraccio, la tua bravura, la tua umanità.
Il tuo bisnonno che ha un brutto male allo stomaco e decide di uccidersi, dopo incontro con medico insensibile che gli ripete “Ma per favore! la salute è roba per ricchi”
la tua bisnonna che sputa sulla tomba del tuo bisnonno, ignara della motivazione del suo gesto e vedendosi abbandonata “botta di sangue” ripete come una maledizione.
nonna di Tindaro
Mi ricordo anche mio nonno usare l’espressione “Jetta o sangu”
Tuo nonno che gioca a carte, da pescatore oramai disoccupato e che cerca e ricerca un lavoro da contadino che non troverà
Tua nonna che parla italiano, tua nonna sposa per amore, e la tua casa con gli zii Gaspare, che ebbe un velo nero, la meningite, e zia Peppina, storpia per una caduta
Sulle note di un valzer  che zia Peppina balla e che tu ballerai,  l’amore per il teatro nasce.
Dalla bisnonna Cuncetta che ti prese in braccio e abbracciandoti ti disse:”Avrai tre doni nella vita:Fortuna, Bellezza e Sofferenza, perché senza la sofferenza non potrai mai capire cosa siano e cosa farne degli altri doni. Sarà la sofferenza come l’acqua per la rucola.
Non ho preso appunti, vado a memoria seguendo le immagini come si presentano e ti rivedo qui, nel mio soggiorno, al mio tavolo, che continui a raccontarmi trasformandoti in tutti i tuoi cari, in tutti i tuoi nonni, vecchi, nella zia Mena, la seconda moglie del tuo bisnonno materno, prostituta eppure dolcissima, e tua nonna MariaRosa che avrebbe dovuto sposare un ufficiale se non avesse incontrato il pescatore.
Tu cambi viso, postura e ti vesti da sposa per il matrimonio della nonna, con un grande lenzuolo bianco, e poi diventi vecchissimo con la bisnonna Concetta e il suo scialletto.aldo
Cercare di fare, ci dici, nei saluti, con gli occhi umidi di felicità,  ricordando le moltissime repliche, più di 150, forse 180, scusami non ricordo proprio tutto.
So però che quel “cercare di fare” tuo si stamperà sempre più nella mia vita sciupata ed in questi giorni regalati e mi spronerà a vincere una volta di più la difficile vita che sta a sud. Contro la pigrizia.
aldo 1
Tindaro Granata a Lamezia Terme al Teatro Umberto con “Antropolaroid”, scatti di gesti, fotografie dei nostri cari che ci portiamo dentro.
tindaro
Nella firma finale il saluto dietro le quinte. Per non sparire una volta di più.

Ph Angelo Maggio e Aldo Tomaino
A San Valentino per Ri-Crii 13 ricreareilSENSOpresente “Antropolaroid” di e con Tindaro Granata.

14 febbraio ore 18.00 Teatro Umberto Lamezia Terme.

Ippolita Luzzo

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