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Nicastro e Sambiase: gemelle di peso!

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Ad accomunarle fisicamente è la “mensa ponderaria”, che le fa coeredi dell’antico mondo romano

Il parallelo immediato cui penso, per esempio, è quella di Pompei, visibile e visitabile agli occhi di tutti tra quegli scavi straordinari, che ci riportano come piccola proiezione alla metropoli più influente di allora.

Pesa pompeiana
Pesa pompeiana

Iniziamo subito a dire che della realtà lametina era affascinato persino  F. Lenormant, in La Grande Grèce, Paris 1884: lo studioso ne ammirava le vestigia in quel retaggio medievale ammaliante, peraltro continuatore di una civiltà ancora più lontana nel tempo. Così si presentavano ai suoi occhi  i “banchi della metrica alimentare” in zona Mercato Vecchio, oggi,però, esposti al Museo Archeologico della nostra cittadella.

Mi fa specie pensare che siano stati sradicati, malgrado siano messi in sicurezza: pazienza, mi è stato detto, già!

L’unica mensa ancora attiva, perché non espropriata dal luogo in cui è sempre stata, è quella di Sambiase: dietro la Chiesa dell’Annunciazione, di fronte agli storici Ferramenta di D’Audino.

Pesa sambiasina:

le unità di misura valevano per le patate, il grano, il granturco, i legumi in genere (struppiallu / 6-7 kg, quartu / 12-13 kg, minzalora / 25 kg, tumminu / 50 kg)

A vedere, quindi, sono tutti Antichi pezzi di storia, inanellati in quella più grande del Latium vetus: se ne prendessimo consapevolezza,  anche un tantino, benediremo di più le nostre pietre!

Prof. Francesco Polopoli

 

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