‘Ntricati ccu li meglji ‘i tia e fhacci ‘i spisi e ccu lli tamarri ‘un cci jiri a nnòzzi
2 min di lettura«Vai con quelli migliori di te e fagli le spese, evitando di andare a braccetto con quelli bifolchi e buzzurri»: questo è, grosso modo, il senso della nostra locuzione lametina
In sostanza è buona cosa circondarsi di persone di valore ed essere disposti a rimetterci del denaro, perché da costoro, secondo la Vulgata, possiamo solo imparare molto; è un detto recitato costantemente dai nostri nonni, che sta ad indicare la strada più agevole per raggiungere dei target soddisfacenti sul piano della qualità relazionale.
Del resto anche Mark Twain andava dicendo: «stai lontano dalle persone che cercano di sminuire le tue ambizioni. Le persone piccole lo fanno sempre, ma quelle veramente grandi ti fanno sentire che anche tu puoi diventare grande. Non separarti dalle illusioni. Quando se ne saranno andate, può darsi che tu ci sia ancora, ma avrai cessato di vivere».
Successivamente Leonardo Sciascia, attingendo ad un consolidato canovaccio fatto di saggezza popolare, avrebbe sezionato il genere umano in diverse categorie: «uomini, mezz’uomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà». Una classificazione, la sua, tremendamente attendibile in questo primo lustro di terzo millennio, caratterizzato da una statistica sempre più allarmante di persone di mezza taglia, che sempre più stanno mettendo radici chilometriche nella nostra quotidianità.
Pertanto a noi la scelta a partire da chi farci dimorare: «dimmi con chi vai e te dirò chi sei», completa un altro adagio, che si presta ad essere anche la laicizzazione di un precetto biblico come memoria veterotestamentaria: «chi va con i saggi, diventa saggio. Ma compagno degli insensati diventa cattivo» (Pr. 13:20). Parola di Dio: rendiamo grazie a Dio. Tutta una liturgia, allora!Amen…
Prof. Francesco Polopoli