La nuova umanità: un cammino di riflessione e trasformazione
2 min di letturaIn questo nostro tempo, così drammatico, può esserci la tentazione del disinteresse e dell’indifferenza, mentre è necessario porre le basi di un futuro diverso, con riflessione e volontà del cambiamento.
Si impone una riforma dell’attuale modo di essere per preparare il ciclo della nuova umanità. Sono vari gli ostacoli che allontanano dalla novità esistenziale: l’individualismo, che si traduce nel culto del proprio “io”, come se l’altro non esistesse.
Per alcuni l’altro ha una sua immagine di fiducia e di considerazione positiva, per altri l’altro non è degno di considerazione alcuna, anzi è pensato forse come un rivale, di cui non occuparsi. Il fenomeno di questo genere dice l’assenza del nuovo umanesimo che si auspica in diverse occasioni per recuperare la dignità umana e il valore della persona, di ogni persona.
Senza questi riferimenti valoriali è privo di senso il discorso della nuova umanità.
Ma non si può rinunciare ad un percorso efficiente, entusiasmante per ciò che vale nella vita: trascendersi, formarsi secondo istanze che sono presenti nel profondo della nostra anima, rinnovarsi per sentire gli slanci della superiorità dello spirito sulla materialità, che è anche nostra.
Non è un modo di pensare estraneo al progetto che deve essere realizzato: di operare perché la nuova umanità abbia concretezza. Essa rifugge dai vaniloqui per impegnarsi nelle opere, come la ricerca e la diffusione della verità, nell’impegno della solidarietà, nella fedeltà Dio e all’uomo, nella costruzione della civiltà dell’amore.
Così cade il mito della violenza, praticata da chi cerca di farsi un nome nella storia attraverso le stragi della guerra, dando così luogo all’umanità delle più tristi passioni umane e di tante lacrime di sangue in tante famiglie.
Il Vangelo di Cristo disegna un altro tipo di esistenza: il volto fraterno del prossimo, specialmente quello più bisognoso e la liberazione dall’attaccamento eccessivo ai beni terreni per vivere in vista dei beni eterni. «Che serve guadagnare tutto il mondo, se poi uno perde se stesso? ».
La nostra esistenza, come è noto, è un problema serio, di responsabilità; ma non ci manca la speranza della salvezza in Gesù Morto per noi e Risorto anche per noi!
† Vincenzo Rimedio
Vescovo emerito