LameziaTerme.it

Il giornale della tua città



Nuove evidenze geologiche rivelano l’origine iberica del blocco Calabro-Peloritano

2 min di lettura
Blocco Calabro-Peloritano

Distacco di un grande blocco tra 150 e 120 milioni di anni fa

Tra 150 e 120 milioni di anni fa un grande blocco crostale identificato come Placca ‘Greater Iberia’ si è distaccato dall’Europa per poi frammentarsi, circa 30 milioni di anni fa, in una placca maggiore (Iberia) e in numerose microplacche che nel tempo hanno migrato verso Est per 500 km (costituendo le attuali Corsica e Sardegna) e 1000 km (gli odierni Monti Peloritani e la Calabria).

È quanto emerge dallo studio ‘Paleomagnetism of the Peloritan terrane (NE Sicily): From Greater Iberia to the Neo Apennine‐Maghrebide Arc’ realizzato da un team di ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e pubblicato sulla rivista ‘Tectonics’.

Il cosiddetto Blocco Calabro-Peloritano si estende tra i monti Nebrodi e i monti Peloritani della Sicilia Nord-Orientale e l’area calabrese a sud del Massiccio del Pollino.

La sua geologia, del tutto diversa da quella del resto delle vicine catene appenninica e siciliana, presenta delle somiglianze con la geologia della microplacca Sardo-Corsa, dei Blocchi Kabili (Algeria) e della Placca Iberica (Spagna e Portogallo): ciò aveva fatto ipotizzare, da decenni, che tutti questi blocchi crostali fossero, in origine, uniti. Tuttavia, nessuna evidenza che provasse un’origine “iberica” del Blocco Calabro-Peloritano era stata finora documentata.

“Lo studio che abbiamo appena pubblicato fornisce finalmente le prove di quanto la comunità scientifica ipotizzava da tempo”, spiega Fabio Speranza, direttore della sezione Roma2 dell’Ingv e co-autore dello studio.

“I dati da noi raccolti, ottenuti da campioni di rocce prelevati in Sicilia, tra Taormina e San Marco d’Alunzio, e analizzati nel Laboratorio di Paleomagnetismo ‘Renato Funiciello’ dell’Ingv, hanno evidenziato che fra 150 e 120 milioni di anni fa è avvenuta una rotazione antioraria di circa 30 gradi nella magnetizzazione dei campioni – spiega – Questa è del tutto simile, sia per entità che per cronologia, alla rotazione osservata nella Placca Iberica quando, durante il processo di ‘apertura’ dell’oceano Atlantico, si distaccò dalla Placca europea formando il Golfo di Biscaglia”.

Click to Hide Advanced Floating Content