Da un lato il rifiuto di una norma posta dallo Stato, dall’altro il rispetto di un sistema di valori morali, ideologici e religiosi: questa la duplice direzione verso la quale si snoda l’obiezione di
coscienza: il più emblematico istituto dello Stato democratico costituzionale è stato protagonista di un interessante incontro promosso e organizzato dal Club Lions Catanzaro Host, in collaborazione con l’associazione ACSA & STE Onlus e l’Università Magna Graecia.
L’appuntamento è stato aperto dall’avv. prof. Giuseppe Iannello, past governatore Distretto 108 Ya: “Si tratta di un problema di forte attualità che ci portiamo dietro da anni. In un paese civile come l’Italia dobbiamo necessariamente riconoscere e rispettare le ideologie di un individuo. Non ci può essere una legge che imponga ad un cittadino un comportamento contrario ai suoi principi morali e religiosi”.
Presente anche l’avv. prof. Manlio Caruso, presidente della Fondazione Astrea che ha ospitato l’iniziativa.
I lavori sono stati introdotti dal dott. Giuseppe Raiola, presidente Lions Catanzaro Host: “Abbiamo voluto affrontare un tema di grande importanza. C’è necessità di una formazione e informazione del personale medico-sanitario su una problematica, come l’obiezione di coscienza, che sinora ha avuto una considerazione prettamente filosofica e giuridica”.
Gli interventi, che hanno fornito svariati spunti di riflessione, sono stati moderati dall’avv. Nicola Cantafora e l’avv. Aldo Aloi, rispettivamente vice presidente e consigliere Lions Catanzaro Host.
“L’obiezione di coscienza è, essenzialmente, un contrasto tra diritto e morale – ha affermato il prof. Alberto Scerbo, ordinario di Filosofia del Diritto all’Umg – Non è, però, un’affermazione di aspettative individualiste, perché quello che si deve realizzare è il bene comune.”
Concorde anche il prof. Andrea Porciello, ordinario di Filosofia del Diritto all’Umg: “L’obiezione di coscienza non deve scadere nel far prelevare interessi individuali. Si tratta di un argomento difficile da gestire, che presenta mille sfumature ma è fondamentale effettuare riflettere che se crediamo nella libertà di coscienza non possiamo negare la libertà del dissenso”.
Secondo la prof.ssa Paola Hetzel, associata di Filosofia del Diritto all’Unical di Cosenza: “Il pluralismo etnico e culturale ha determinato il proliferarsi dell’obiezione di coscienza come il diritto di molti. E’ importante tutelare l’individuo, senza trasformare, però, l’obiezione di coscienza in una tirannia della coscienza.”
Per il dott. Nicola Durante, presidente della II Sezione del Tar Calabria, e il prof. Domenico Bilotti, docente a contratto di “Storia delle religioni” e “Diritto e religioni” al’Umg: “Esercitare l’obiezione di coscienza significa esprimere il proprio diritto di rifiutare un obbligo giuridico risultante in contrasto con una regola morale. Alla base vi è la tutela della persona umana. Occorrerebbe, però, rivedere l’istituto, non per limitare il diritto dell’obiettore all’astenersi ma per evitare che si realizzi una forma di anarchia”.