Oliverio scrive a Conte: Nella ‘via della seta’ non c’è il porto di Gioia Tauro
2 min di letturaCATANZARO. “ È incomprensibile come da una parte si annunci di svolgere in Calabria una seduta del Consiglio dei ministri e, nelle stesse ore, si assumano scelte strategiche importanti e determinanti che tagliano fuori il porto di Gioia Tauro, ovvero il più grande porto hub del Paese, tra i più importanti dell’Europa e del mondo per le merci”.
Lo scrive il governatore Mario Oliverio in una missiva indirizzata al premier Conte. “Il resoconto degli accordi da Lei sottoscritti in questi giorni con il presidente della Repubblica cinese, nell’ambito della cosiddetta ‘Via della Seta’, mi induce ad esprimere disappunto e sconcerto: l’infrastruttura portuale italiana più importante del Mediterraneo, Gioia Tauro e l’insieme del sistema portuale del Mezzogiorno – incalza il governatore – sono stati tagliati fuori dagli accordi con gravi implicazioni per le prospettive ed il futuro della Calabria, del Sud e dell’intero Paese”. Oliverio sottolinea: “L’incomprensibile scelta del Governo da Lei presieduto, è aggravata dal mancato coinvolgimento delle Autorità di sistema portuale del Sud e dalla sostanziale assenza e coinvolgimento dell’imprenditoria meridionale. Purtroppo sono costretto a constatare che il sistema delle imprese pubbliche continua ed anzi si rafforza nella linea strategica di non investire in Calabria, regione con assenza totale di programmi da parte delle aziende di Stato. I ritardi storici del Paese, purtroppo, sono destinati ad essere aggravati dalle scelte politiche nazionali di questi giorni”.