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Operazione “Wave” lungo le coste della Calabria, superato il milione di euro di sanzioni

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Operazione “Wave” lungo le coste della Calabria, superato il milione di euro di sanzioni

I Carabinieri della Legione Calabria con i Reparti Speciali dell’Arma ed il personale della Direzione Marittima – Guardia Costiera di Reggio Calabria hanno stretto una proficua collaborazione interistituzionale con lo scopo di effettuare controlli congiunti alle attività commerciali del settore turistico-alberghiero.

L’operazione, denominata “WAVE”, mira a verificare il rispetto delle normative ambientali, di igiene e sicurezza dei prodotti agroalimentari, nonché le autorizzazioni e le concessioni marittime da parte delle strutture ricettive. L’obiettivo è contribuire a garantire lo sviluppo sostenibile dell’economia balneare, vigilando attentamente sulla tutela dell’ambiente e degli ecosistemi marini, per consentire a turisti e bagnanti di poter godere di un mare e di una spiaggia pulita e di strutture ricettive che offrano servizi di alta qualità, nel rispetto delle leggi e dei regolamenti di settore. Per svolgere questa iniziativa a livello provinciale, è stata costituita una task force robusta, modulare e flessibile, grazie alle direttive del Comandante della Legione Carabinieri “Calabria”, Generale Pietro Salsano, del Direttore della Direzione Marittima di Reggio Calabria, Capitano di Vascello Giuseppe Sciarrone, e del Comandante della Regione Carabinieri Forestale, Colonnello Giovanni Misceo.

I controlli sono stati eseguiti dai militari che hanno potuto beneficiare delle competenze specialistiche dell’Arma dei Carabinieri e in particolare dei Nuclei Ispettorato del Lavoro (NIL) e Antisofisticazione e Sanità (NAS) di Catanzaro, dei Carabinieri Forestali, e del Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare di Messina. Le operazioni sono state precedute da ricognizioni aeree effettuate dall’8° Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia, in modo da individuare e monitorare dall’alto le attività imprenditoriali che operano nel settore.

Il controllo del territorio costituisce il fondamento per garantire l’ordine e la sicurezza pubblica, ma è anche se non soprattutto l’ambito principale per acquisire il quadro delle dinamiche evolutive nei vari settori (culturale, economico, sociale e criminale). Quest’ultimo aspetto viene analizzato come risultante di molteplici fattori, non ultimo quello che mira a controllare gli equilibri di un contesto sociale o addirittura a modificarli.

Per tali ragioni, prima ancora dell’azione di contrasto verso forme di illegalità più o meno diffuse e considerato che in Calabria la ‘ndrangheta è fortemente pervasiva, ritengo che il controllo strutturato del territorio rappresenti le fondamenta di ogni successiva iniziativa.

Quindi senza trascurare l’importanza tattica dell’azione di contrasto verso ogni forma di illegalità, soprattutto quella organizzata e gli interessi di questa verso i reati fine che le famiglie di ‘ndrangheta sfruttano per alimentare il proprio business, non deve mai essere sottovalutato il circuito del denaro e i benefici che possono derivare dalla gestione illecita di ambiti non necessariamente riconducibili ai sodalizi organizzati.

Questo ragionamento si pone come chiave di volta per svolgere accurati approfondimenti anche in settori che vedono il cittadino ignaro come vittima. Mi riferisco ad esempio a tutte quelle violazioni in materia sanitaria e ambientale, quest’ultima nelle sue diverse matrici, acqua, aria e suolo.

Assetti questi che necessitano di accurati approfondimenti, motivo per il quale ho disposto di avviare il censimento delle varie realtà economiche attive nelle 5 province calabresi, combinando la conoscenza informativa in possesso all’Arma territoriale, con quella dei citati comparti di specialità e, nell’ultima campagna, anche con il fondamentale contributo del Corpo delle Capitanerie di Porto. Da tali informazioni combinate ne discendono le successive decisioni per avviare le progettualità in ambito provinciale, analizzandone successivamente le criticità prima di estendere la campagna di controlli in ambito regionale. All’esito dell’analisi complessiva dei risultati conseguiti vengono assunte le ulteriori decisioni, realizzando così un loop virtuoso per avviare successive campagne di controllo, sempre mirate alla tutela pubblica delle varie matrici in cui l’essere umano nasce, cresce, respira e si nutre.

Il modello descritto ha avuto inizio il decorso anno con le tre operazioni DEEP in materia ambientale, che hanno permesso di arginare il fenomeno dell’inquinamento delle acque fluviali, marine e del suolo per malfunzionamento e indebito uso degli impianti di depurazione.

Poi abbiamo avviato il monitoraggio dei frantoi con la campagna OLEUM e quella delle strutture socio-sanitarie, che proseguiranno nel corso dei prossimi mesi, per giungere alla stagione estiva in cui ho ritenuto necessario avviare i controlli nel settore turistico-alberghiero soprattutto nella fascia di rispetto del demanio marittimo, con la campagna WAVE. Proprio in tale ambito oltre all’ormai consolidato impiego coordinato di squadre congiunte dell’Arma, composte da Carabinieri dell’Organizzazione Territoriale, Forestale, dei comparti di specialità NAS, NIL e Reparto Tutela Agroalimentare di Messina, si è inserita l’importante collaborazione della Guardia Costiera.

I controlli saranno estesi anche a depuratori e fosse biologiche, con impiego di personale dell’ARPACAL.

L’avvio della stagione turistica rende particolarmente importante il monitoraggio delle numerose strutture turistiche presenti nella provincia, per verificare la regolarità delle autorizzazioni/concessioni per l’occupazione del suolo, il rispetto della normativa ambientale e della tutela del lavoro, nonché i requisiti igienico-sanitari e la tracciabilità dei prodotti alimentari serviti ai clienti.

L’operazione, il cui modello operativo è stato tracciato dal Generale Pietro Salsano, concordato con il Direttore della Direzione Marittima di Reggio Calabria, Capitano di Vascello Giuseppe Sciarrone e con il Comandante della Regione Carabinieri Forestale, Colonnello Giovanni Misceo, si è sviluppata partendo anche qui dall’iniziale censimento delle attività da sottoporre a verifica attraverso un proficuo scambio di informazioni tra le articolazioni coinvolte e l’avvio, come già detto, della progettualità nell’ambito di una prescelta provincia pilota (in questo caso quella di Vibo Valentia), da cui sono state acquisite le criticità riscontrate e finalizzate ad esempio realizzando un vademecum operativo per ripartire competenze e settori di intervento, al fine di rendere più pervicaci i controlli, tanto da essere estesi con maggiore profitto a tutti gli altri capoluoghi della Regione.

Gli accertamenti già avviati a beneficio di un turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente, nonché a salvaguardia delle ricchezze naturali, culturali e gastronomiche di una Regione dalle indiscutibili bellezze troppo spesso depredate dagli interessi di pochi, ha già fatto registrare risultati preoccupanti: oltre 1 milione di euro sono le sanzioni amministrative comminate alle 61 attività ad oggi ispezionate nei vari settori  come quello degli stabilimenti balneari, dei villaggi turistici, dei ristoranti e delle strutture ricettive in genere, senza trascurare anche peculiari settori di potenziale inquinamento come le imprese di calcestruzzi dislocate lungo o in prossimità delle coste.

Alle predette violazioni occorre aggiungere l’impiego di ben 60 lavoratori in nero identificati e svariate irregolarità riscontrate tra cui frode nell’esercizio del commercio, carenze igienico sanitarie, occupazione abusiva di area demaniale marittima, scarico illecito di acque reflue, deposito incontrollato di rifiuti speciali, violazioni all’ordinanza di sicurezza balneare e mancanza della tracciabilità degli alimenti, con particolare attenzione verso il settore ittico.

I controlli, assicura il Generale Salsano e il Direttore Marittimo Sciarrone, proseguiranno per tutti gli 800 km della rinomata costa calabrese.

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