OPIS: non si può rispondere alla povertà educativa con la logica dei tagli
3 min di letturaLa scuola è l’istituzione che Calamandrei definì ” … più importante del Parlamento, del Governo e di tutte le altre istituzioni…”
Fino a quando l’azione legislativa, posta in essere dalla politica, continuerà a non tenere in considerazione questo dato incontrovertibile, ad affrontare i problemi con una visione miope e una mentalità ragionieristica, a non considerare la scuola come il motore trainante di una Comunità educante, nella quale tutti hanno a cuore il benessere di tutti e di ciascuno, i fenomeni come la povertà educativa, la dispersione scolastica e il disagio sociale dei giovani persisteranno e produrranno danni irreversibili per il futuro di questo nostro Paese.
Il piano di riorganizzazione della rete scolastica, subito da alcuni territori, soprattutto del Sud, compresa la città di Lamezia Terme e il suo hinterland, rappresenta il segno evidente di una cultura che non intende porre in essere le condizioni ottimali per far crescere in conoscenza, responsabilità, consapevolezza e libertà le nuove generazioni, ma piuttosto continuare a farle restare in situazioni di dipendenza e marginalità.
Comprensibili, dunque, i momenti di forte e a tratti acceso dibattito nelle comunità cittadine interessate, com’era per certi versi naturale fosse, trattandosi di un tema che incide in maniera diretta sul presente e il futuro della scuola, delle nuove generazioni e dell’intera società .
Come Osservatorio Permanente per l’Inclusione Scolastica, senza entrare nel merito delle singole scelte, riteniamo che rispondere alla diffusa povertà educativa e alla dilagante dispersione scolastica in atto, soprattutto nel Sud, con “la logica dei tagli” sia assolutamente assurda e in piena contraddizione, anche con le stesse finalità che si intendono perseguire attraverso il PNNR.
In questo momento ribadiamo la necessità da parte di tutti di riportare al centro delle riflessioni le imprescindibili questioni valoriali: la scuola non è fatta da numeri ma da persone, con bisogni educativi diversi; le scuole non possono essere qualificate al pari di altre “organizzazioni complesse”, ma sono comunità, storie di vita, percorsi, professionalità ed esperienze.
Come Osservatorio riteniamo che le logiche dell’efficientismo, applicate alla scuola, come sta avvenendo ormai da quasi trent’anni, portano inevitabilmente a dei rischi educativi e di compromissione della qualità del benessere scolastico, che occorre assolutamente prevenire e contrastare.
Siamo convinti che la scuola lametina, in un prossimo contesto profondamente mutato, con dirigenti che si troveranno a dover guidare comunità scolastiche di oltre duemila persone tra alunni, con docenti e personale Ata dislocati su diversi comuni, con tutte le risorse umane e professionali a disposizione farà di tutto per continuare a garantire quel livello adeguato di “benessere” della vita scolastica quotidiana che è il prerequisito per assicurare ai nostri ragazzi ciò che la scuola pubblica, nello spirito della nostra Costituzione, è chiamata a garantire. Ma certamente il ridimensionamento proposto porrà a tutta l’organizzazione scolastica delle condizioni oggettive di difficoltà, rispetto alle quali tutti abbiamo il dovere di porci in un atteggiamento di rinnovato ascolto.
Come Osservatorio ci auguriamo che la logica dei numeri e dell’efficienza non continui a sacrificare soprattutto i diritti, le opportunità di partenza e l’efficacia dell’attività formativa e, soprattutto, i nuovi assetti organizzativi non compromettano il diritto dei ragazzi con bisogni educativi speciali e delle loro famiglie a un pieno inserimento nella comunità scolastica e sociale.
Come Osservatorio di fronte alle sfide che la nuova organizzazione scolastica comporterà per tutti, continueremo con maggiore attenzione a monitorare la qualità della vita scolastica e ad essere a fianco dei ragazzi, delle loro famiglie, dei docenti e dei dirigenti con lo stesso spirito di ascolto e di disponibilità al confronto, che abbiamo cercato di attuare in questo primo anno di attività.