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Ora legale. Lancette avanti di un’ora: pro e contro

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Tra sabato 25 e domenica 26 marzo 2017, alle 2 del mattino le lancette dei nostri orologi sono slittate in avanti di un’ora per l’arrivo dell’ora legale.

Una pratica che, andando un po’ a ritroso nel tempo, si radica già nelle società antiche, prima ancora della diffusione degli orologi tra la popolazione, quando i contadini, che costituivano la grande maggioranza della popolazione, cambiavano i ritmi della vita quotidiana mese dopo mese, proprio in base alla luce solare.

La data simbolo, però, di questa prassi ormai diventata consuetudine è il 1916, anno in cui l’ora legale fu introdotta in Italia trovando terreno fertile nel quadro delle esigenze economiche provocate dalla Prima guerra mondiale: l’ora di luce guadagnata in una fase “utile” della giornata (di solito il tardo pomeriggio) poteva essere così impiegata per produrre armi e munizioni, al costo di un’ora di luce persa al mattino presto, momento considerato meno produttivo.
Finita la guerra si valutarono anche i vantaggi in termini di risparmio energetico: lo slittamento dell’ora induceva un maggior sfruttamento delle ore di luce solitamente “sprecate” a causa delle abitudini di orario, di conseguenza vi era un minore utilizzo dell’illuminazione elettrica.

L’ora legale fu ripristinata e poi soppressa più volte, finché a partire dal 1966 entrò in vigore ogni anno.
A prescindere da questa digressione storica è certo che questo improvviso jet lag (seppure solo di un’ora) ha la sua influenza sullo stile di vita delle persone, degli “effetti collaterali” con cui puntualmente tutti dobbiamo fare i conti e che richiede un certo periodo di assestamento prima che rientri nelle nostre abitudini e che può essere di alcuni giorni o, per i più sensibili, addirittura di settimane.

È infatti un cambiamento che, anche se a tutto vantaggio del risparmio energetico, per molti si traduce in fatica, nervosismo, stress e malessere. Un’ora sottratta alle nostre notti o alla piacevole (e spesso tipicamente italiana) pennichella pomeridiana è un debito di sonno che non è limitato a quel giorno soltanto, di conseguenza meno sonno o sonno disturbato significa anche perdita di concentrazione e di produttività sul posto di lavoro.

Questi effetti sono niente in confronto a incidenti alla guida e sul lavoro, stress cardiaco, stress psicologico. Ma vediamo il lato positivo: le ore di luce in più ci introdurranno al periodo estivo, ma soprattutto immaginate il senso di soddisfazione quando vi arriverà la prossima bolletta della luce.

Valentina Dattilo

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