Ospedale Lamezia: assembramenti e disorganizzazioni per prelievi e visite specialistiche
3 min di letturaCi giungono segnalazioni preoccupanti per quanto riguarda la prenotazione, il pagamento e l’effettuazione dei prelievi e delle prestazioni specialistiche all’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme
Comunicato Stampa
Mentre a livello nazionale si sta spingendo sempre più verso la digitalizzazione della sanità, la scena deprimente che si ripete ogni mattina all’ospedale lametino vede decine e decine di persone dover segnare a penna, su un foglio di carta volante, il proprio nome e il proprio cognome in attesa che si attivi dopo le 7.30 il totem per ritirare il numero di prenotazione del ticket e dei prelievi.
Poi tocca a un privato cittadino, in attesa come tutti gli altri, leggere “ad alta voce” l’elenco in modo che, nell’ordine in cui hanno apposto il loro nome sul foglio, gli utenti in fila possano ritirare il numerino.
In pratica, per circa due ore, da quando iniziano a mettersi in fila le prime persone giunte attorno alle 6, il tutto è affidato all’autogestione dei pazienti. E’ concepibile tutto questo nel 2022 nell’ospedale della quarta città della Calabria?
File assurde, con evidenti situazioni di assembramento come quelle in foto, e tempi lunghissimi che non consentono di effettuare in una stessa giornata il pagamento del ticket e il prelievo, visto che il laboratorio chiude prima delle ore 11.
Se a chi abita a Lamezia si può astrattamente chiedere di venire il giorno prima a pagare il ticket per venire poi il giorno seguente soltanto ad effettuare il prelievo – fermo restando che i tempi di lavoro non a tutti lo consentono – non si può certamente chiedere a persone anziane e con evidenti difficoltà che vivono nei Comuni dell’hinterland di venire due giorni per ripetere la stessa fila. Mettiamoci nei panni di chi arriva all’alba all’ospedale e, come ci hanno segnalato alcuni cittadini, non riuscendo nei tempi a causa delle lunghe file, è costretto a tornare a casa dopo aver prenotato ma senza aver potuto effettuare le analisi del sangue.
Chiediamo all’Asp di Catanzaro e alla dirigenza sanitaria dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di intervenire subito per sanare una disorganizzazione generale che impedisce ai cittadini l’accesso a un servizio fondamentale visto che spesso, come nel caso dei prelievi, si tratta di esami propedeutici ad altri controlli e altri approfondimenti. Passata la fase acuta dell’emergenza, dobbiamo entrare prima possibile in una fase di normalizzazione.
Chiediamo all’Asp di Catanzaro di utilizzare subito e nel modo più efficace le risorse previste dal ministero della Salute e dalla Regione nell’ambito del piano operativo per il recupero delle liste di attesa.
Garantire un servizio dignitoso in un ospedale che serve un comprensorio di oltre 150mila abitanti è il minimo verso una normalizzazione sanitaria che, per i nostri cittadini, non è solo uscita dall’emergenza Covid ma accesso e garanzia di servizi fondamentali che in questo territorio sono negati da troppi anni e da molto tempo prima della pandemia.
Movimento Lamezia Bene Comune