Ospedale Lamezia, onoranze funebri gestite dalla ‘ndrangheta col placet dell’Asp
3 min di letturaOperazione “Quinta bolgia”: 24 ordinanze di custodia cautelare (12 in carcere e 12 agli arresti domiciliari) oltre ad un provvedimento di sequestro di beni per un valore di oltre dieci milioni di euro. Le indagini di guardia di finanza e direzione distrettuale antimafia di Catanzaro hanno scoperchiato il ‘vaso di Pandora’ sul triste mercato che a Lamezia avveniva da tempo relativamente alla gestione delle onoranze funebri e alla gestione del servizio ambulanze. Le indagini condotte dal Gico del nucleo Pef di Catanzaro, riguarda l’individuazione, ricostruzione e disarticolazione di due sottogruppi di ‘ndrangheta operanti nel territorio di Lamezia Terme e riconducibili alla cosca confederata degli “Iannazzo-Cannizzaro-Daponte”. Nell’ordinanza diffusa dalla guardia di finanza si parla “ di due gruppi imprenditoriali ‘ndranghetistici che operavano anche avvalendosi del potere intimidatorio derivante dalla notoria appartenenza alla criminalità organizzata dei loro compartecipi, di fatto realizzando nel corso degli anni un assoluto monopolio, nel redditizio settore delle autoambulanze sostitutive del servizio pubblico, delle onoranze funebri, della fornitura di materiale sanitario, del trasporto sangue e altro ancora”. I due gruppi in questione sono “gruppo Putrino” e “gruppo Rocca”. Il “gruppo Putrino”, si è aggiudicato la gara di appalto relativa alla gestione del servizio sostitutivo delle ambulanze del “118” bandita dall’Asp di Catanzaro.
“Dal 2010 e sino al 2017 – si legge nell’ordinanza diffusa alla stampa – il citato gruppo imprenditoriale ‘ndranghetistico ha continuato a operare in assenza di una gara formale, a seguito di plurime, reiterate oltre che illegittime proroghe, in alcuni casi addirittura tacite, ottenute in considerazione dei privilegiati rapporti tra i vertici del gruppo criminale e numerosi appartenenti di livello apicale dell’asp di Catanzaro all’epoca in servizio, tra i quali il dott. Giuseppe Perri (già commissario straordinario e poi direttore generale sino all’agosto 2018) e il dott. Giuseppe Pugliese (già direttore amministrativo sino all’ottobre 2017), e ancora in servizio quali il dott. Eliseo Ciccone (già responsabile suem “118” ed ora destinato ad altro incarico) nei cui confronti vengono contestati plurimi episodi di abuso d’ufficio”.
Anello di congiunzione tra il contesto ndranghetistico e la dirigenza dell’Asp sarebbero stati i politici lametini Pino Galati, più volte parlamentare, e Luigi Muraca (cl. 68) già consigliere comunale nella consiliatura Mascaro. Nel 2017 il gruppo Putrino veniva colpito da un provvedimento interdittivo antimafia emesso dalla prefettura di Catanzaro che comprometteva la prosecuzione del delicato servizio pubblico affidatogli. Così, secondo magistrati e Fiamme gialle, entrava in campo il secondo sottogruppo di ‘ndrangheta, denominato “gruppo Rocca”, anch’esso operante negli stessi settori economici che iniziava ad operare nel delicato quanto importante servizio pubblico quale capofila di una associazione temporanea di scopo.
Da quanto emerso nell’inchiesta “le indagini, che hanno beneficiato di puntuali riscontri anche dalle dichiarazioni di numerosi ed affidabili collaboratori di giustizia, hanno consentito di tratteggiare una situazione di assoluto allarme sociale all’ospedale di Lamezia Terme dove, specie all’interno del pronto soccorso, gli accoliti dei due gruppi criminali hanno imposto un controllo totale occupando ‘manu militari’ gli spazi, instaurando un regime di sottomissione del personale medico e paramedico operante”. In tal senso, le attività investigative svolte dalla guardia di finanza hanno fatto emergere che “i dipendenti dei due gruppi imprenditoriali hanno la disponibilità delle chiavi di alcuni reparti dell’ospedale, la possibilità di consultare i computer dell’Asp onde rilevare dati sensibili in merito a degenti, l’ingresso presso il deposito farmaci dedicato alle urgenze del pronto soccorso, situazione questa ben nota alla dirigenza dell’azienda sanitaria”. Redazione