Ottava rassegna cinematografica di UNA, proiettato Il prigioniero coreano
3 min di letturaL’associazione “Una” continua con successo la presentazione dell’ ottava edizione della rassegna cinematografica che ormai volge alla fine con il film Il prigioniero coreano proiettato nell’ abituale location dell’auditorium della scuola media Pitagora
Il film, presentato alla 73ª mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel 2016 e al 41° Toronto international film festival nel 2016, si impernia su quella narrazione politica che aveva segnato gli esordi del regista Kim Ki-duk e punta su una messinscena grezza, priva di retorica e sconvolgente.
Al centro domina il contrasto tra le due Coree, del Nord e del Sud, e il ritratto di un Paese spaccato in due dove sospetti e rancori guidano le azioni di tutti senza preoccuparsi se i singoli vengono stritolati dalle rispettive ragion di Stato.
Proprio nelle reti di questo rigido sistema cade il pescatore della Corea del Nord Nam Chul –woo (Ryoo Seung –bum) il quale va alla deriva a causa della rottura del motore della sua barca e giunge in Corea del Sud valicando i confini nemici.
Un errore che Nam non poteva permettersi abitando in un villaggio della Corea del Nord e conoscendo bene la linea del confine dell’acqua.
Ed è proprio l’acqua a tradirlo non appena una delle reti si aggroviglia attorno all’elica della sua piccola barca, il motore si blocca e la corrente trascina lentamente il povero Nam in zona nemica.
Viene catturato e sottoposto ad ogni sorta di brutali indagini dalle forze di sicurezza sudcoreane scambiato per una spia e poi rimandato a casa.
Prima di andarsene il pescatore ha il tempo di rendersi conto dello sviluppo economico dellla Corea del Sud ma anche dei lati oscuri e quindi ha il modo di riflettere su quella società che contrasta con l’immagine del suo Paese natale dove lo attende la moglie e la figlioletta.
Tornato a casa, Nam deve continuare a subire le dure indagini affrontate già nella Corea del Sud e rivivere la tremenda l’esperienza.
Affranto per quanto gli è accaduto, Nam si abbandona ad un forte senso di sconforto e tristezza sentendo di essere rimasto intrappolato nell’ideologia di due nazioni sostanzialmente diverse ma fondamentalmente simili come nel modo spietato di procedere negli interrogatori ed entrambe non prive di ombre.
E quando gli viene revocato il permesso di pescare, Nam disobbidisce agli ordini allontanandosi dalla riva con la sua barca non sopportando l’idea di doversi trovare un altro lavoro per mantenere la sua famiglia.
Ma le guardie sudcoreane lo uccidono con brutalità ed egli cade riverso nella sua barca.
Un finale drammatico che fa riflettere sulle tristi vicende del pescatore innocente la cui storia si intreccia con quella collettiva di un popolo e sul dramma che si sviluppa e moltiplica il tema del doppio così come è doppia la Corea.
Lina Latelli Nucifero