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Padrini e Padroni, Nicola Gratteri ospite di Trame.7

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Nicola Gratteri- LameziaTermeit

Un altro importante incontro per la città di Lamezia Terme

Dopo l’incontro con il presidente del Senato Grasso, a intrattenere il pubblico lametino è stata un’altra importante presentazione, parte del variegato cartellone di Trame.7, il Festival dei libri sulle mafie.

Nella bella cornice della piazzetta di San Domenico, incastonata tra il Teatro Umberto e il Corso Numistrano, Nicola Gratteri, dal 21 aprile 2016 procuratore della Repubblica di Catanzaro, ha intrattenuto il pubblico della Piana con la presentazione del libro Padrini e padroni. Come la ‘ndrangheta è diventata classe dirigente,edito da Mondadori e scritto di concerto con Antonio Nicaso.

Come per il precedente incontro anche questo è stato coordinato da Gaetano Savatteri, direttore artistico del Festival, il quale ha posto al procuratore varie domande, mentre il vastissimo pubblico, che ha letteralmente invaso la piazza, ascoltava con attenzione certosina.

Prima ancora di parlare del libro Gratteri ha esordito annunciando che il suo recente e prestigioso incarico nell’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), sarà a titolo gratuito. Il procuratore infatti ci tiene a che il suo operato e il suo impegno siano liberi dai condizionamenti della politica. Gratteri quindi, già magistrato di spicco da sempre in prima linea nella lotta alla ‘ndrangheta, andrà a rappresentare il nostro Paese, che sarà il capofila, nell’ambito di un organismo molto importante e complesso come l’OSCE, che conta 57 paesi membri ed è, pertanto, la più vasta organizzazione regionale per la sicurezza. Saranno quindi molteplici e rilevanti i temi che verranno trattati e le proposte che verranno vagliate.

Coglie anche l’occasione per scagliarsi in maniera pacata ma pungente contro chi, al contrario, si fa pagare per presenziare alle commemorazioni delle vittime di mafia: “Vi sembra etico – tuona infatti Gratteri – farsi pagare per parlare di lotta alla mafia? […] noi stiamo facendo qualcosa per la nostra nazione, per la nostra terra”.

Il sottotitolo del libro è interessante, appoggiato da una fitta rete di testi, prove storiche e documentazioni presenti all’interno del testo stesso e che spiegano anche e soprattutto il legame tra ‘ndrangheta e poteri politici. La corruzione, l’infiltrazione criminale, i legami con i poteri forti sono oggi parte di una strategia di reciproca legittimazione messa in opera da decenni da tutte le mafie e in particolare dalla ‘ndrangheta. Un rapporto che ha radici profonde rilevabili già nel lontano 1869, quando le elezioni amministrative di Reggio Calabria erano state annullate per le esplicite collusioni ‘ndranghetiste.

“Il primo caso di una serie di episodi che nei decenni hanno segnato l’intera penisola, arrivando fino a Bardonecchia, in Piemonte, nel 1995, e a Sedriano, in Lombardia, nel 2013”. E ancora si passa al terremoto del 1908 di Messina e Reggio Calabria e alla cattiva gestione dei fondi per la ricostruzione finiti in mano ai boss. Stessa sorte nel 2009 con il terremoto dell’Aquila e nel 2012 nell’Emilia. In Piemonte la ‘ndrangheta era riuscita a infiltrarsi nei lavori per la realizzazione del villaggio olimpico di Torino 2006 e in quelli per la costruzione della Tav nella tratta Torino-Chivasso.

Padrini e padroni diventa così un libro di forte denuncia della condizione in cui versa l’Italia della corruzione e del malaffare e rivela una verità certamente amara ma pur sempre una verità.

L’incontro si è concluso poi con un riferimento a Francesco Ferlaino, magistrato nativo di Conflenti vittima della ‘ndrangheta, che venne ucciso nel ‘75 a colpi di fucile in prossimità della sua abitazione di Nicastro da sicari rimasti poi sconosciuti appartenenti alla malavita organizzata. Le inchieste condotte non hanno portato ad alcuna condanna e l’omicidio rimase di fatto impunito. Il ricordo va quindi anche all’omicidio dell’avvocato Pagliuso di cui ancora non si conoscono i sicari e che aspetta ancora giustizia.

Valentina Dattilo

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