Paleontologia: il lametino D’Amico tra gli autori della ricerca sulla biomineralizzazione bifasica
2 min di letturaSi tratta del primo caso noto nel regno animale di due tipi di biomineralizzazione coesistenti
È stata appena pubblicata sulla rivista scientifica “Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology” la ricerca scientifica dal titolo “Double-phased controlled and influenced biomineralization in marine invertebrates: The example of Miocene to recent reef-building polychaete cirratulids from southern Peru”, alla quale ha partecipato il lametino Francesco D’Amico. La ricerca ha visto la cooperazione di ricercatori provenienti da tre paesi e afferenti a ben otto enti ed istituzioni.
La pubblicazione scientifica riporta quella che per gli autori è la scoperta del primo caso noto, nel regno animale, di biomineralizzazione per l’appunto definita “bifasica”, in quanto combina due distinti tipi di biomineralizzazione normalmente adoperati in modo indipendente da numerose specie viventi.
Alcuni organismi marini, i policheti cirratulidi biocostruttori, applicano la biomineralizzazione bifasica per costruire le proprie colonie: mediante un tipo di biomineralizzazione, quella “controllata”, creano l’impalcatura principale delle proprie biocostruzioni e successivamente, con la biomineralizzazione “influenzata”, rinforzano la struttura colmando i vuoti presenti tra i tubi calcarei da loro creati.
Mai prima d’ora era stata osservata, nel regno animale, una perfetta coesistenza di due tipi distinti di biomineralizzazione da parte della stessa specie.
Nella fattispecie, i ricercatori si sono focalizzati sull’analisi combinata di biocostruzioni a policheti cirratulidi attuali o comunque recenti (Dodecaceria fistulicola) e fossili (Diplochaetetes mexicanus), utilizzando strumenti laboratoriali avanzati e l’analisi statistica per ottenere importanti informazioni morfometriche, chimiche e mineralogiche sulle biocostruzioni trattate.
Oltre alla scoperta stessa della biomineralizzazione bifasica, gli autori sono andati oltre andando a descrivere con un dettaglio mai raggiunto prima le caratteristiche strutturali delle biocostruzioni a cirratulidi, trovando anche correlazioni matematiche mai scoperte prima tra alcuni dei parametri principali di queste strutture.