Panedigrano: ordinanza Spirlì mortificazione dell’ospedale di Lamezia
2 min di letturaCompletamente esautorato dal Governo, o quasi, in materia sanitaria, Spirlì ha deciso di fare con l’ordinanza n. 85 sull’emergenza Covid emanata ieri un bello spot elettorale
Comunicato Stampa
Pompose promesse di carta, che sa benissimo resteranno tali.
Il fine di captatio benevolentiae elettorale è spudorato. Si fa l’occhiolino a giuste rivendicazioni avanzate da territori disagiati per il potenziamento della sanità ospedaliera di base, promettendo soluzioni che, con i tempi biblici a cui è da sempre abituata l’amministrazione della sanità in Calabria ed in genere in Italia, dovrebbero arrivare, bene che vada, fra qualche anno e ad emergenza Covid speriamo ormai finita.
Lo spot, quindi, non è altro che un modo per alzare la posta dello scontro in atto con il Governo e contemporaneamente dare un assist in termini di propaganda a qualche amico degli amici che ambisce a prossime candidature, nonché alle solite consorterie e fratellanze che si rinvigoriscono e si mobilitano in periodi pre elettorali.
In tutto questo spicca la mortificazione dell’Ospedale di Lamezia. Erano state ventilate la riapertura di Malattie infettive e posti di terapia intensiva e sub-intensiva, il solito Belcastro era venuto a fare anche dei sopralluoghi nel reparto chiuso di Malattie Infettive, ci si aspettava che il Covid facesse capire che il nostro ospedale è e può diventare una risorsa non solo per l’area centrale della Calabria, ma per tutta la Regione. E invece Spirlì lo ha completamente cancellato dal proprio orizzonte, evidentemente per non inimicarsi la lobby sanitaria catanzarese.
La politica regionale, tutta, ci ha portato in questo baratro, perché ha da sempre usato la sanità non per tutelare la salute dei calabresi, ma per fare clientela, carriera ed affari (a volte anche sporchi). Questa musica purtroppo continua e non si ferma neanche di fronte alle bare. La sanità rimane per i più la mucca da mungere. Ma questo schiaffo dato da Spirlì all’Ospedale di Lamezia (per quanto resterà anch’esso uno schiaffo di carta) ha l’unico pregio di farci intendere quanto contino nella Lega e nel centrodestra calabrese il deputato ed il consigliere lametini di quel partito.