Paola, iniziati i festeggiamenti in onore di San Francesco
5 min di letturaA Paola sono iniziati oggi i festeggiamenti in onore di San Francesco, Patrono della Calabria. Stasera Paolo Belli e domani Raf in concerto.
di Valeria Folino
Da tutta la Regione ogni anno, nei giorni dall’ 1 al 4 maggio, tantissimi calabresi (e non solo) arrivano nel Comune di Paola (CS) per partecipare alla suggestiva processione in onore del Santo Patrono della Calabria e della Gente Di Mare.
Tanti i momenti significativi nel corso dei festeggiamenti: l’accensione della lampada, la Banda musicale che suona per le vie della Città, la spettacolare esibizione dei fuochi d’artificio e tanto altro ancora.
Ma, soprattutto, c’è la grande fede dei più devoti e la voglia di rendere onore al Santo da parte di tutta la cittadinanza. La tradizionale Fiera commerciale, che si svolge nell’ambito dei festeggiamenti Patronali ”San Francesco da Paola ” nei giorni 1,2,3,4 maggio, attira davvero molta gente che accorre, da più parti, all’evento.
Il Sindaco del Comune di Paola Basilio Ferrari e il vicesindaco Francesco Sbano, anche assessore al Turismo e allo Spettacolo, per i festeggiamenti di quest’anno, hanno voluto programmare eventi musicali davvero molto attesi: stasera Paolo Belli e la Big Band e domani, 2 maggio, il cantautore RAF.
Il concerto di Belli si terrà alle ore 21.30 in Piazza IV Novembre; l’ingresso è libero. La manifestazione si ultimerà con il concerto di Raf, che si terrà il 2 maggio alle ore 21.30 in Piazza IV Novembre di Paola. Entrambi i live sono organizzati dal promoter Ruggero Pegna.
Francesco da Paola (Paola, 27 marzo 1416 – Tours, 2 aprile 1507) è stato un religioso italiano, proclamato santo da papa Leone X il 4 maggio 1519. Eremita, ha fondato l’Ordine dei Minimi.
La sua vita fu avvolta in un’aura di soprannaturale dalla nascita alla morte. Nacque a Paola (Cosenza) nel 1416 da genitori in età avanzata devoti di san Francesco, che proprio all’intercessione del santo di Assisi attribuirono la nascita del loro bambino.
Di qui il nome e la decisione di indirizzarlo alla vita religiosa nell’ordine francescano. Dopo un anno di prova, tuttavia, il giovane lasciò il convento e proseguì la sua ricerca vocazionale con viaggi e pellegrinaggi. Scelse infine la vita eremitica e si ritirò a Paola in un territorio di proprietà della famiglia.
Qui si dedicò alla contemplazione e alle mortificazioni corporali, suscitando stupore e ammirazione tra i concittadini. Ben presto iniziarono ad affluire al suo eremo molte persone desiderose di porsi sotto la sua guida spirituale. Seguirono la fondazione di numerosi eremi e la nascita della congregazione eremitica paolana detta anche Ordine dei Minimi.
La sua approvazione fu agevolata dalla grande fama di taumaturgo di Francesco che operava prodigi a favore di tutti, in particolare dei poveri e degli oppressi. Lo stupore per i miracoli giunse fino in Francia, alla corte di Luigi XI, allora infermo. Il re chiese al papa Sisto IV di far arrivare l’eremita paolano al suo capezzale.
L’obbedienza prestata dal solitario costretto ad abbandonare l’eremo per trasferirsi a corte fu gravosa ma feconda. Luigi XI non ottenne la guarigione, Francesco fu tuttavia ben voluto ed avviò un periodo di rapporti favorevoli tra il papato e la corte francese. Nei 25 anni che restò in Francia egli rimase un uomo di Dio, un riformatore della vita religiosa. Morì nei pressi di Tours il 2 aprile 1507.
Il santuario di San Francesco da Paola sorge nella parte alta e collinare della cittadina di Paola, città natale di san Francesco, in una valle costeggiata da un torrente e ricca di vegetazione.
Il Santuario ha una lunga storia, che affonda le sue radici nel lontano secolo XV, attorno agli anni 1435-1452. Quando si cominciarono ad aggregare i primi seguaci, Francesco maturò l’idea di realizzare una piccola chiesa, tipica di ogni romitorio, come luogo di preghiera per gli eremiti e per i fedeli che vi giungevano.
Il “primitivo oratorio” oggi fa parte dei sotterranei del convento e si accede ad esso da una piccola scalinata in prossimità del chiostro. Fu costruito circa nel 1436 sulla sponda sinistra del fiume Isca, distante approssimativamente 60 metri dalla sua grotta. Si tratta di un oratorio molto piccolo, lungo m. 12,60 e largo 4,30, formato da un antro rettangolare, con volta a botte, tramezzato da due archi rudimentali a tutto sesto.
Sulla parete che dà sull’Isca si aprono tre finestrelle rettangolari. Nel fondo c’è un semplicissimo altare. L’antico romitorio è dotato solo dell’essenziale, senza alcuna pretesa artistica, ma dall’alto valore spirituale, oltre che storico. Questa cappella così spoglia, realizzata grazie al generoso sostegno dei genitori di san Francesco, può essere considerato luogo di gestazione dell’Ordine dei Minimi. Voleva essere semplicemente uno spazio di raccoglimento che avrebbe dovuto favorire l’ascesi dei frati, al riparo da ogni altra distrazione.
Di fianco, seguendo un cunicolo molto stretto, si accede alle tre cellette che il Santo aggiunse per accogliere i primi seguaci. La prima celletta è rettangolare (m. 5,30 per 2,20); la cella contigua è molto irregolare; la terza, detta “Antro della Penitenza”, è tutta nel tufo, rettangolare (m. 5,30 per 1,60), ed è molto umida, perché le pareti trasudano acqua che scorre lungo i margini del pavimento.
Questo complesso che costituisce l’antico Romitorio è stato riportato alla luce solo in tempi recenti e in modo molto misterioso. Difatti, nel 1929, il solaio della cucina soprastante sprofondò, coinvolgendo nelle macerie un giovane chierico. Lo soccorse un Frate – si ritiene fosse san Francesco di Paola stesso -, che lo prese per mano e lo portò dinanzi ad una porta, alla quale bussò con un sasso, ancora conservato in una delle cellette.
Dai saggi, condotti attraverso quella porta, si giunse alla scoperta dei ruderi del primitivo romitorio, che era stato ingombrato da materiale diverso fin dall’occupazione francese del 1809.
Riprendendo le fila del discorso, trascorsi i primi anni di stretto eremitaggio nell’antico romitorio, il numero di seguaci del Paolano cominciò a crescere e il “primitivo oratorio” si rivelò insufficiente. Così, intorno al 1452, Francesco mise mano alla costruzione della Chiesa.
In base a testimonianze coeve, pare che l’idea iniziale fosse quella di realizzare una struttura piccola e dalle forme anguste.
Tuttavia, a seguito dell’apparizione di un Frate (il Santo d’Assisi, secondo l’interpretazione più diffusa), che suggerì di allargare il perimetro della Chiesa perché sarebbe destinata ad accogliere un numero sempre crescente di fedeli, Francesco modificò il progetto, ne ampliò il perimetro e lo realizzò in poco tempo grazie alla Provvidenza e alla generosità di alcuni gentiluomini cosentini.
Questa Chiesa, che fu intitolata a san Francesco d’Assisi, corrisponde approssimativamente all’area che comprende l’attuale Cappella del Santo, il coro e la sacrestia. L’ingresso era probabilmente sulla parete dove ora è ospitato il mausoleo del principe Salvatore Spinelli.