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Un papà vittima di usurai per far studiare figlio

2 min di lettura

A Cosenza, un padre “strozzato” dagli usurai per far studiare il figlio al Nord. Arrestate due persone.

usuraidi Valeria Folino
In manette i cugini Francesco e Roberto Citro, trasferiti nel penitenziario bruzio di via Popilia di Cosenza in attesa dell’interrogatorio di garanzia.
È una brutta storia di prestiti usurari a tassi assurdi come tante, purtroppo, nel Sud Italia. Ma la vicenda ha una nota ancor più dolente in quanto la vittima è un onesto padre di famiglia, che vuole solo dare una possibilità in più al proprio figlio.
Tutto inizia l’estate scorsa, con il desiderio di un padre di far studiare il proprio figlio in Toscana.
Un desiderio comprensibile ma un’improvvisa crisi di liquidità dovuta al ritardo d’una finanziaria nella rinegoziazione di un mutuo rendono impossibile la realizzazione di questo sogno condiviso da padre e figlio.
Il genitore, nella disperazione, si rivolge a un suo conoscente, il titolare d’un deposito di autovetture nel cuore della zona industriale di Rende.
Il 51enne Roberto Citro si sarebbe messo subito a disposizione, segnalando alla vittima che dei fantomatici imprenditori potevano prestargli quei 3.500 euro, che servivano per le necessità del figlio.
Il pover’uomo, pur di ottenere la somma di cui necessita, accetta un folle patto: dovrà restituire anche 500 euro per ogni mese trascorso prima del saldo, a titolo d’interessi. Nei mesi successivi, nonostante le promesse di rientrare col debito, lievitato ormai a 6.500 euro, la vittima non è in grado di “onorare” il prestito.
Iniziano così le minacce di Roberto Citro, e di suo cugino, il 48enne Francesco Citro. La vittima decide allora di rivolgersi ai Carabinieri di Rende e proprio in caserma riceve una telefonata dei cugini, ascoltata dai militari dell’Arma agli ordini del comandante provinciale Fabio Ottaviani e del capitano Sebastiano Maieli.
I movimenti dei cugini Citro vengono così attentamente seguiti dai Carabinieri, guidati dal procuratore capo Mario Spagnuolo. Il titolare del fascicolo d’inchiesta, il pm Donatella Donato, e il procuratore aggiunto Marisa Manzini invocano, pertanto, l’arresto in carcere dei due, che verrà poi eseguito nella mattina dello scorso 11 maggio.

fonte foto: gazzettadelsud.it

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