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Papasso: “la bretella di Sibari non è il vecchio progetto di Thurio”

4 min di lettura

“Se venisse realizzata Cassano Sibari e l’intero territorio dell’Alto Ionio e del Pollino sarebbero tagliati fuori dall’accesso all’alta velocità”

comunicato stampa

In merito alla questione della lunetta o bretella di Sibari, devo far notare che sia l’associazione Ferrovie in Calabria (con la quale poi ho anche interloquito e ringrazio per questo il presidente Roberto Galati) sia quanti stanno criticando in queste ore la mia presa di posizione in merito, stanno prendendo un grosso abbaglio.

Quello che Rfi vorrebbe costruire non è il vecchio progetto della bretella di Thurio (a cui l’associazione Ferrovie in Calabria si riferisce) ma un altro progetto completamente diverso detto appunto bretella o lunetta di Sibari. Mi spiego meglio: già negli anni Ottanta circolava un progetto per ottimizzare la percorrenza dei treni sulla tratta Sibari-Cosenza. All’epoca esistevano diverse stazioni tra cui quelle di Thurio e di Cassano-Doria. La bretella di Thurio (ricadente nell’allora Comune di Corigliano Calabro) doveva servire a collegare – e potenziare – le due stazioni per risparmiare una decina di minuti nel collegamento tra la linea jonica e Cosenza e la linea tirrenica. Questo progetto, però, non è stato mai realizzato: gli anni sono passati ed entrambe le stazioni di Thurio e Doria sono state chiuse dalle Ferrovie dello Stato.

Quello in discussione oggi è un progetto totalmente diverso e le foto che allego ne sono la prova: si tratta di una curva, una “lunetta” appunto, da realizzare in una zona centrale di Sibari che collegherebbe la linea ionica con la Sibari-Cosenza tagliando fuori, escludendo e depotenziando, la stazione di Sibari.

I DETTAGLI TECNICI

Parliamo di un progetto impattante: si prevede la realizzazione, in particolare di due viadotti ferroviari, uno dei quali con lunghezza complessiva di circa 330 metri, composto da nove campate da 30 metri, e una campata principale da 60 metri sopra la strada Statale 106, mentre l’altro viadotto è composto da un’unica campata da 20 metri. Gli impalcati sono sorretti da pile le cui altezze variano dai 4.60 metri ai 7.10 metri. Al di là dell’impatto acustico, anche l’impatto visivo dell’opera sarà importante perché andrà a deturpare irrimediabilmente l’immagine del territorio a forte valenza turistica ma anche caratterizzata da produzioni agricole tipiche vocazionali e specializzate (basti pensare che dove si vuole realizzare l’opera sono presenti diverse aziende agricole del settore olivicolo-oleario, agrumicolo e vi ha sede anche l’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente di Sibari). I due viadotti saranno in rilevato e passeranno sopra le case e le imprese nei pressi del campo sportivo di Sibari. Sottolineo che l’area in questione è considerata di notevole interesse pubblico per la valenza paesaggistica e archeologica oltre che essere interessata dalla nidificazione della cicogna bianca. Attualmente, nei pressi dell’intervento che si vorrebbe realizzare, sono in corso i lavori per l’eliminazione dei passaggi a livello mediante la realizzazione dei sottopassi. A suo tempo anche e soprattutto Rfi escluse categoricamente la possibilità di realizzare una sopraelevata che oggi, invece, si vorrebbe realizzare.

ALTRE CONSIDERAZIONI

Al di là delle questioni tecniche ci sono delle ulteriori considerazioni da fare. Non esistendo più la stazione di Cassano-Doria, infatti, collegando le due linee con la lunetta, Sibari avrebbe un grosso danno da diversi punti di vista senza che la città e i cittadini possano avere più accesso all’alta velocità. Un danno che si estenderebbe a tutto l’Alto Ionio e al Pollino che oggi fanno riferimento proprio alla stazione sibarita per i collegamenti veloci. Un comportamento irrispettoso nei confronti di questi territori che assume dei contorni ancora più misteriosi perché, dalle carte di cui siamo in possesso, emerge che il progetto risale al 2021 su richiesta della Regione Calabria nell’ambito di un tavolo tecnico di ascolto. Una riunione alla quale il Comune di Cassano non è stato chiamato a partecipare né come organo tecnico-amministrativo né politico. Subiamo questa decisione voluta da altri ma ci opporremo a questo modus operandi di Rfi e Regione. Non si può trattare così un intero territorio che conta, solo a Sibari, oltre 7000 posti letti che non potranno più essere raggiunti agevolmente con l’alta velocità creando anche gravi disagi all’imprenditoria.

Ricordo a tutti che io sono il sindaco che ha lottato per il Psa della Sibaritide, per la Freccia a Sibari, per la Statale 106 Sibari-Roseto e che ha chiesto una metro leggera verso l’aeroporto di Crotone e verso l’università della Calabria e Cosenza e che ora sta lottando per avere altri collegamenti sulla jonica ma, mentre scrivo lettere a Trenitalia o fisso incontri con altri colleghi sindaci per chiedere nuove tratte per la Puglia e la linea Adriatica mi ritrovo a dover lottare contro chi pretende di prendersi il territorio e isolarlo dal resto della Calabria e del Paese. Ribadisco che siamo di fronte non ad una difesa campanilistica ma alla possibilità che deve essere data a Cassano-Sibari, al Pollino e all’Alto Ionio di utilizzare le grandi linee di comunicazione come è stato fino ad ora. Stando così le cose difficilmente il consiglio comunale potrebbe approvare una variante a quel Psa a cui da poco abbiamo dato il via libera e che prevedeva ben altro.

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