Parte Dramafest, il festival della nuova drammaturgia diretto da Max Mazzotta
14 min di letturaDal 22 al 24 novembre spettacoli al Teatro Auditorium “Guarasci” e incontri con autori e registi di fama nazionale all’Unical. Per la prima edizione Scimone e Sframeli, Danio Manfredini e Fabio Pisano tra i più premiati del teatro contemporaneo
L’Altro Teatro e Libero Teatro presentano la prima edizione di DramaFest il festival della nuova drammaturgia che unisce Cosenza e Unical con la direzione artistica di Max Mazzotta e quella organizzativa di Gianluigi Fabiano. Realizzato in collaborazione con Disu – Dipartimento di Studi Umanistici e l’associazione Entropia Dam – Dipartimento Autogestito Multimediale dell’Unical, dal 22 al 24 novembre vedrà in programma tra gli spazi dell’Università della Calabria e il Teatro Auditorium “Guarasci” di Cosenza quattro spettacoli tra i più apprezzati e premiati del teatro contemporaneo. E ancora incontri con autori, registi e critici teatrali di fama nazionale e internazionale, docenti e studenti Disu a confronto. DramaFest nasce proprio infatti con l’obiettivo di creare un dibattito sul teatro contemporaneo attraverso percorsi di formazione, studio e scambio tra esperti, artisti, critici e il pubblico. In cartellone “Vite di Ginius” dello stesso padrone di casa Max Mazzotta, “Il Cortile” di Spiro Scimone e Francesco Sframeli, “Divine” di Danio Manfredini e “Celeste” di Fabio Pisano per la compagnia Liberaimago. Tra i nomi presenti al festival i critici di teatro Giulio Baffi, Mariateresa Surianello, Paola Abenavoli e Giò Villella, Angelo Savelli autore e regista del Teatro di Rifredi di Firenze insieme a Raffaele Perrelli e Carlo Fanelli docenti Disu Unical. Il progetto rivolto alle nuove generazioni vuole essere anche e soprattutto un’opportunità per la nostra terra, portando la Calabria all’attenzione del sistema teatrale nazionale. Un modo originale e sinergico di vivere e sfruttare i luoghi della cultura, un progetto nuovo ed unico nel suo genere, in cui il teatro entra all’interno di un Campus Universitario cercando di creare a sua volta un forte legame anche con la città e i suoi teatri. <<Non esiste nuovo teatro senza una nuova drammaturgia. – afferma il direttore artistico Max Mazzotta che continua – È attraverso la scrittura che possiamo scoprire nuove forme di teatro e il festival è l’occasione per avviare un confronto artistico e umano tra chi il teatro lo fa, lo studia e lo critica. Drammaturgia è ricerca e tutte le compagnie e gli autori che ospiteremo in questa prima edizione del festival sono rimasti sempre fedeli a loro stessi e in continua ricerca, anche quando il teatro contemporaneo è in tempesta loro rappresentano quelle boe di salvataggio a cui aggrapparsi e resistere. Per questo siamo orgogliosi di restituire al pubblico la bellezza dei loro lavori>>.
IL PROGRAMMA
DramaFest inizia il 22 novembre con il Convegno di apertura sulla nuova drammaturgia dal titolo “Il rapporto tra la scrittura e la scena: confronto tra gli addetti ai lavori e il mondo accademico” alle ore 15 al Centro Congressi University Club Unical. Interverranno: il direttore artistico del festival Max Mazzotta, Raffaele Perrelli e Carlo Fanelli docenti Disu dell’Università della Calabria. Gli autori e registi degli spettacoli in scena Spiro Scimone e Francesco Sframeli, Danio Manfredini e Fabio Pisano per la compagnia Liberaimago. I critici teatrali Giulio Baffi per il quotidiano “La Repubblica” e presidente dell’Associazione Nazionale Critici Teatro, Paola Abenavoli per la rivista “Hystrio”, Angelo Savelli autore e regista del Teatro di Rifredi di Firenze. Alle 21 invece il primo spettacolo al Teatro Auditorium “Guarasci” di Cosenza sarà “Vite di Ginius” scritto, diretto e interpretato dallo stesso regista cosentino Max Mazzotta. Lo spettacolo ha debuttato al Campania Teatro Festival ed è prodotto dalla sua compagnia Libero Teatro.
Il 23 novembre alle ore 11 nell’aula “Ares” dell’ateneo è prevista una lezione con gli studenti Unical dal titolo: “Osservatorio critico/Autori a confronto con gli studenti – Focus Scimone Sframeli” a cura di Carlo Fanelli docente Disu, i critici Giulio Baffi de “La Repubblica” e presidente Anct, Giò Villella per la rivista “Scene Contemporanee” e gli autori Spiro Scimone e Francesco Sframeli. Spettacolo imperdibile con ingresso gratuito e prenotazione obbligatoria alle ore 17 al Teatro Dam – Dipartimento Autogestito Multimediale dell’Unical “Divine” di e con Danio Manfredini, più volte Premio Ubu. A fine spettacolo l’attore e autore incontrerà gli studenti Unical. Mentre sarà di scena alle ore 21 al Teatro Auditorium “Guarasci” di Cosenza “Il Cortile” di Spiro Scimone (neo vincitore del Premio “Le Maschere del Teatro Italiano” – “Migliore Novità Italiana”) con Francesco Sframeli, Spiro Scimone e Gianluca Cesale per la regia di Valerio Binasco, premio Ubu 2004 “nuovo testo italiano”.
Il 24 novembre alle ore 11 sempre nell’aula “Ares” si terrà la lezione dal titolo “Osservatorio critico/Autori a confronto con gli studenti – Focus Liberaimago” a cura di Carlo Fanelli docente Disu, i critici Giulio Baffi de “La Repubblica” e presidente Anct e Mariateresa Surianello de “Il Manifesto” e direttrice del Premio Tuttoteatro.com “Dante Cappelletti” alla presenza del giovane drammaturgo Fabio Pisano, finalista Premio Riccione 2023. Nel pomeriggio alle ore 16 al Teatro Dam – Dipartimento Autogestito Multimediale ci sarà la presentazione del libro di Mariateresa Surianello “Renato Nicolini. Uno strappo nella rete” tra incursioni di letture sceniche a cura della compagnia Libero Teatro e la partecipazione del direttore Max Mazzotta e Carlo Fanelli docente Disu. Alle ore 21 invece al Teatro Auditorium “Guarasci” sarà la compagnia Liberaimago a chiudere il festival con “Celeste” scritto e diretto da Fabio Pisano con Francesca Borriero, Roberto Ingenito, Claudio Boschi e le suggestioni musicali live di Francesco Santagata, spettacolo vincitore della XVII ed. del Premio Fersen alla Regia 2023 e del IV Festival delle Due Sicilie – “International Journalism & Arts Award “Gino Votano”.
Credits
DRAMAFEST
Direzione artistica – Max Mazzotta
Direzione Organizzativa – Gianluigi Fabiano
Direzione Tecnica – Gennaro Dolce
Organizzazione/Marketing – Angela Candreva
Ufficio Stampa/Relazioni Esterne – Ilaria Nocito
Ufficio Stampa L’Altro Teatro – Serafina Morelli
Comunicazione Social Media – Francesca Sicilia > Daniela Marta > Cristiana Meo
Logistica – Iris Balzano
Progetto Grafico – Enrico Miceli
Info e prenotazioni
TICKET: INTERO 12 € > RIDOTTO STUDENTI 8 € (Studenti di ogni ordine e grado)
ABBONAMENTO PER TRE SPETTACOLI: INTERO 30 € > RIDOTTO STUDENTI 20 €
PREVENDITE: InPrimaFila – Viale G. Marconi, Cosenza – Tel 0984 795699 Ticket online www.inprimale.net
La biglietteria del Teatro Auditorium “Guarasci” di Cosenza sarà aperta ogni giorno un’ora prima degli spettacoli.
Per informazioni e prenotazioni telefonare ai numeri 328 9214166 > Angela Candreva – 347 8503963 > Ilaria Nocito | Organizzazione DramaFest
L’evento è cofinanziato con risorse PSC Piano di Sviluppo e Coesione 6.02.02 erogate ad esito dell’Avviso “Eventi di Promozione Culturale 2022” dalla Regione Calabria – Dipartimento Istruzione Formazione e Pari Opportunità – Settore Cultura.
DramaFest
Drama Fest
dramafest23
GLI SPETTACOLI
Mercoledì 22 novembre 2023 – ore 21 Teatro Auditorium “Guarasci” di Cosenza
► VITE DI GINIUS
Scritto, diretto e interpretato da Max Mazzotta
Installazioni Video Max Mazzotta
Assistente alla Regia Angela Candreva
Responsabile Tecnico e Struttura Scenica Gennaro Dolce
Costumi Giada Falcone/Moema Academy
Consolle luci e video Gennaro Dolce
Consolle Audio Francesco Malizia
Produttore esecutivo/Distribuzione Gianluigi Fabiano
Organizzazione Iris Balzano
Produzione Libero Teatro
Durata: 1 h+30 min.
Lo spettacolo è il viaggio di purificazione e consapevolezza che l’anima di Ginius, corpo morto giunto al capolinea, intraprende in una dimensione spazio-temporale sconosciuta. Come il Sommo Poeta di cui quest’anno ricorre il sette centenario dalla morte, l’anima si ritrova nella barca di Caronte, una sorta di navicella spaziale. Da qui Ginius percepisce una misteriosa voce che la aiuta ad andare oltre il tempo concepito dai mortali. Costretta a scavare dentro se stessa, l’anima di Ginius deve ricordare l’esperienza di alcune sue vite incarnate: un monito a ricordarci chi siamo stati per riconoscere chi siamo diventati davvero. «Il ricordo è la fase più dolorosa – spiega Max Mazzotta – perché ogni vita ricordata è come se venisse vissuta in prima persona e allo stesso tempo osservata come fosse una terza persona. Lo spettacolo interseca due dimensioni del racconto e diversi stili linguistici. La dimensione soprannaturale è descritta attraverso i versi: un linguaggio poetico strutturato in canti di versi in rima alternata e canti in terzine dantesche a catena. La seconda parte utilizza un linguaggio in prosa più adatto al racconto di frammenti di vite vissute». Lo spettacolo interseca diversi linguaggi. Corpo, suoni viscerali, musicali, e video si amalgamano sul palco senza soluzione di continuità. Il lavoro di scrittura drammaturgica viene esaltato dalla sua fusione con una lingua di per sé musicale, ritmica, onirica. Straordinaria proprio come il viaggio del protagonista nelle sue vite passate.
L’Autore
Max Mazzotta, fondatore e direttore artistico di Libero Teatro, da vent’anni attivo in Calabria con progetti nati in sinergia con l’Università della Calabria, per cui cura laboratori teatrali in collaborazione con il dipartimento di studi umanistici dell’ateneo, è allievo di un mostro sacro del teatro come Giorgio Strehler, con il quale ha lavorato all’interno delle sue ultime produzioni, ma anche volto noto per aver interpretato il ruolo di Enrico Fiabeschi nel cult cinematografico “Paz!” (2002) e del Gobbo nel film Freaks Out (2021). I suoi studi iniziano presso l’Accademia d’Arte Drammatica della Calabria di Palmi. Nel 1991 entra a far parte della scuola del Piccolo Teatro di Milano Teatro d’Europa, diretta da Giorgio Strehler, dove si diploma. Qui ha come suoi maestri di interpretazione lo stesso Strehler e Enrico D’Amato, come maestri di recitazione Franco Graziosi, Andrea Jonasson, mentre maestro di commedia dell’arte è Ferruccio Soleri. Ha frequentato diversi stage con Marcel Marceau, Micha van Hoecke e Carolyn Carlson. Nel 1995 esordisce come regista teatrale con Il gatto e la volpe, cui seguono nel 1998 Grottesco e Prove aperte, Follia nel 1999, L’ebreo di Malta nel 2000 e l’Amleto nel 2001. Esordisce nel cinema nel 1997 in “L’ultimo capodanno” di Marco Risi, seguono altri film sia per il cinema che per la tv. “Vite di Ginius” è il suo primo monologo scritto, diretto e interpretato per Libero Teatro.
Giovedì 23 novembre – ore 17 Teatro Dam – Dipartimento Autogestito Multimediale Unical (Ingresso Gratuito con prenotazione obbligatoria)
► DIVINE
di e con Danio Manfredini
Disegni di Danio Manfredini
Produzione La Corte Ospitale
Durata: 1h
Liberamente ispirato al romanzo di Jean Genet “Nostra signora dei fiori”.
Una scrittura che nasce dal romanzo di Jean Genet “Nostra signora dei fiori” scritto nel 1944 nel periodo che Genet passò in carcere a Parigi. Nel romanzo il protagonista è lo stesso autore colto nell’universo carcerario fatto di celle, corridoi, compagni di sventura. Genet prende ispirazione proprio dalle presenze intorno a lui per dare vita ad una storia inventata. Dalla complessità del romanzo ho estratto un ramo che è la storia di Divine, al secolo Louis Culafroy, un ragazzino che scappa di casa per condurre a Parigi una vita da travestito. L’incontro con Mignon, un ladruncolo e l’incontro con Nostra Signora dei Fiori un giovane assassino, segneranno in maniera indelebile la vita di Divine. Ho scritto questo canovaccio di sceneggiatura alla fine degli anni novanta. Pensavo di farne un film invece diventò parte dello spettacolo teatrale “Cinema cielo” del 2003. Leggerò il canovaccio della sceneggiatura accompagnato dai disegni che feci allora: lo story board che traccia la parabola della vita di Divine.
Danio Manfredini
L’Autore
È una delle voci più intense del teatro contemporaneo, è autore e interprete di capolavori assoluti quali Miracolo della rosa (Premio Ubu 1989), “Tre studi per una crocifissione” e “Al presente” (Premio Ubu come miglior attore 1999); lavori più corali come Cinema Cielo (premio Ubu come miglior regista 2004) e “Il sacro segno dei mostri”. Ha iniziato il suo percorso teatale negli anni ’70 con Cesar Brie al centro sociale Leoncavallo. I suoi spettacoli indagano prevalentemente le zone del disagio psichico e sociale di esseri umani inadeguati, sofferenti, “scartati”. Nel 2010 si confronta con il repertorio e debutta nel 2012 con lo spettacolo “Il Principe Amleto” dall’Amleto di Shakespeare, una produzione italo-francese (La Corte Ospitale, Danio Manfredini, Expace Malraux- Chambery, Aix en Provence). Nel 2013 riceve il Premio “Lo Straniero” e il premio speciale Ubu <<Per l’insieme dell’opera artistica e pedagogica, condotta con poetica ostinazione e col coraggio della fragilità, senza scindere il piano espressivo dalla trasmissione dell’arte dell’attore. Questa costante ricerca, apertasi da ultimo alla via del canto, gli ha consentito di diventare uno dei rari maestri in cui diverse generazioni del teatro si possono riconoscere>>. Dal 2013 al 2016 è direttore dell’Accademia d’Arte Drammatica del teatro Bellini di Napoli. Nel 2014 debutta a Santarcangelo con Vocazione. A settembre 2017 debutta al Festival Internazionale di Terni con lo spettacolo Luciano. Dal 2018 conduce “Repertorio Scuola di alta formazione” a La Corte Ospitale. Nel 2020 debutta al Festival delle colline torinesi con Nel lago del Cor. Nel 2023 realizza per il Teatro Metastasio il radiodramma “Apriti o cielo”.
Giovedì 23 novembre 2023 – ore 21 Teatro Auditorium “Guarasci” di Cosenza
► IL CORTILE
Di Spiro Scimone
(Premio Ubu 2004 “Nuovo testo italiano”)Con Francesco Sframeli > Spiro scimone > Gianluca cesale
Regia Valerio Binasco
Scena e Costumi Titina Maselli
Disegno Luci Beatrice Ficalbi
Regista Assistente Leonardo Pischedda
Assistente Scene e Costumi Barbara Bessi
Foto di Scena Marco Caselli Nirmal
Direttore Tecnico Santo Pinizzotto
Amministrazione Giovanni Scimone
Produzione Compagnia Scimone Sframeli > Fondazione Orestiadi Gibellina >
Festival d’automne à Paris > Kunsten Festival des Arts de Bruxelles >
Théâtre Garonne de Toulouse
Durata: 50 min.
Il cortile è un testo di grande verità e allo stesso tempo completamente surreale. I protagonisti vivono fra vecchie motociclette e spazzatura in una discarica degna di qualche desolante suburbio della più povera delle metropoli. Sono tormentati dalla decadenza fisica e affetti da una sorta di malinconia per i tempi migliori. Viene evocata una quotidianità grottesca ma, a ben vedere, non dissimile dalla realtà, dal degrado e dall’angoscia che ci circondano. Peppe, Tano e Uno non hanno più la cognizione del tempo, ma ancora tanta voglia di vivere. Sono solo tre uomini-bambini con i loro piccoli gesti, con il bisogno d’ascoltarsi, con il gusto del gioco. Disperati all’apparenza, nel loro cortile nessuno può togliergli il piacere di giocare. Non sappiamo da dove vengono, né quale rapporto li leghi. Lo spettacolo alterna crudele astrazione e poetico realismo, innesta le domande più aspre del presente nelle piccole ossessioni della quotidianità, con un ritmo comico e una precisione che non lasciano scampo. Il tragico ha anche effetti esilaranti: si ride molto, ma senza mai smettere di pensare.
L’Autore
La Compagnia Scimone Sframeli, pluripremiata, nasce nel 1994 grazie alla collaborazione artistica tra Spiro Scimone e Francesco Sframeli. In quell’anno, i due attori, spinti dalla necessità di ricercare nuovi linguaggi, mettono in scena l’opera prima “Nunzio” scritta da Scimone, in lingua messinese. L’opera (premio IDI “Autori Nuovi” 1994 e Medaglia d’oro IDI per la drammaturgia 1995), si rivela tappa fondamentale del loro percorso artistico, grazie all’incontro con una delle figure più eminenti ed autorevoli del teatro internazionale: Carlo Cecchi. L’artista, infatti, cura la regia della spettacolo che, con la scenografia di Sergio Tramonti, debutta al Festival Internazionale “Taormina Arte”. I loro spettacoli sono stati presentati nei teatri e nei festival più prestigiosi in tutto il mondo e i testi sono tradotti e messi in scena in numerose lingue. Il loro film Due amici (tratto dall’opera teatrale Nunzio) ha vinto il Leone d‘oro come miglior opera prima alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2002 e lo stesso anno è stato candidato, sempre come miglior opera prima ai David di Donatello, Nastri d’argento, European film awards (Oscar europeo). Nel 2022 Spiro Scimone e Francesco Sframeli interpretano insieme a Gianluca Cesale e Giulia Weber lo spettacolo “Fratellina”, scritto da Scimone e diretto da Sframeli, vincitore del Premio “Le Maschere del Teatro Italiano 2023” come “Migliore Novità Italiana”.
Giovedì 23 novembre 2023 – ore 21 Teatro Auditorium “Guarasci” di Cosenza
► CELESTE
Testo e Regia Fabio Pisano
Con Francesca Borriero, Roberto Ingenito, Claudio Boschi
Costumi Rosario Martone
Luci Paco Summonte
Suggestioni Sonore live Francesco Santagata
Celeste di Porto, detta “la Pantera nera”, era un’ebrea del ghetto romano. Non si sa molto di lei, ma dalle cronache del tempo emerge una storia spietata. Una bellissima ragazzina di 18 anni che dopo il rastrellamento del ghetto da parte delle SS decide di diventare delatrice. Per gli Ebrei del ghetto sarà un vero e proprio periodo buio: chi veniva salutato con un cenno della mano dalla stupenda Celeste, non aveva scampo. Per ogni “capo”, lei guadagnava cinquemila lire. E non importa se a finire nelle mani delle camicie nere fossero donne, bambini o uomini. No. La Pantera nera era indifferente al genere e all’età. Solo la sua famiglia, doveva essere risparmiata: ma il padre non riuscì a portare questo enorme peso sulla coscienza, e si consegnò alle SS, mentre i fratelli la rinnegarono. Solo la madre continuò a volerle bene. Una volta caduto il regime, si trasferì a Napoli. Scelse un nuovo nome, Stella Martinelli, e divenne prostituta in un bordello. Un giorno tre ebrei la riconobbero e la denunciarono. Fu portata a Roma, in carcere. Evase e fu ripresa, dovette affrontare il processo. Condannata, uscì nel 1950, tra condoni e amnistie. In quegli anni di detenzione, si disse che ebbe una crisi mistica … Fabio Pisano porta in scena le azioni commesse da Celeste contro la sua gente, sforzandosi di immaginarne – o inventarne – il perché. Senza alcuna pretesa di assolverla, ma con l’urgenza di narrare.
L’Autore
Fabio Pisano nasce a Napoli il ventisette settembre del 1986 mentre la sua compagnia Liberaimago nasce nel 2015, dall’incontro artistico con Francesca Borriero e Roberto Ingenito e in seguito alla fondazione dell’associazione culturale Primo Aiuto. Studia drammaturgia con Maestri della scena internazionale, tra cui Mark Ravenhill, Martin Crimp, Enzo Moscato, Laura Curino, Davide Carnevali; fertile l’incontro con la nuova scena spagnola e i suoi protagonisti tra cui Ana Fernandez Valbuena, Josè Manuel Mora, e con Esteve Soler. In seguito si avvicina alla regia grazie alla conoscenza e allo studio con registi quali Lluis Pasqual, Oskaras Korsunovas, Massimiliano Civica. I suoi testi sono rappresentati in Italia e all’estero, dal teatro Bellini al Piccolo Teatro Grassi di Milano. Vince diversi premi, tra cui il premio Hystrio con il testo “Hospes, -itis”, il Premio Salvatore Quasimodo, il Premio Fersen che gli è valsa la pubblicazione del testo Una Storia di Impossibilità, l’Italian & American Playwrights Project/3rd edition; si avvicina alla scrittura per il cinema, da soggettista e sceneggiatore del corto “Le (S)confessioni”, che riceve diversi riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui la “Honorable Mention For Best Original Story” al festival Internazionale ISA – Indipendent Shorts Awards di Los Angeles; da soggettista del lungometraggio “Celeste”, arriva in finale del Premio Solinas 2021. Nel 2022 vince il Premio Nuove Sensibilità 2.0 e il Premio internazionale di Drammaturgia Words Beyond – Translating Borders con il testo “La Macchia”. Sempre nel 2022 riceve il Premio ANTC – Associazione Nazionale Critici di Teatro per l’attività di drammaturgo. Finalista al Premio Riccione 2023 con “Il Numero esatto”.
IL LIBRO
Venerdì 24 novembre – ore 16 Teatro Dam – Dipartimento Autogestito Multimediale Unical (Ingresso Gratuito)
► “RENATO NICOLINI. UNO STRAPPO NELLA RETE”
Tuttoteatro.com articoli (2000-2004) – Editoria&Spettacolo
a cura di Mariateresa Surianello
Renato Nicolini (Roma 1942-2012), architetto e politico. È stato assessore alla Cultura a Roma e a Napoli, parlamentare del Pci e, tra gli altri molteplici impegni, professore ordinario all’Università Mediterranea di Reggio Calabria. La sua intensa attività politica, i cui esiti più noti al grande pubblico sono le stupefacenti programmazioni dell’“Estate romana”, è stata sempre coniugata con una dedizione particolare al teatro. Il volume raccoglie le recensioni e gli articoli firmati da Renato Nicolini per «Tuttoteatro.com», la prima rivista italiana online di informazione e critica teatrale. Con i suoi contributi settimanali, ospitati nella rubrica Uno strappo nella rete, che dà il titolo a questa raccolta, l’inventore dell’“Estate romana” restituisce un viaggio appassionato e appassionante nel teatro e nello spettacolo dei primissimi anni del nuovo millennio, nel quale si distinguono le direttrici del suo pensiero e dal quale emergono tutte le sue intuizioni e preoccupazioni, utili a leggere e interpretare il nostro presente. Queste pagine sono un’immersione nella vita dell’uomo, dell’architetto, del politico, dell’intellettuale sempre prodigo nella trasmissione del suo profondo e raffinato sapere, che con il suo operato ha davvero rivoluzionato le politiche culturali non solo in Italia.
L’autore
Giornalista e critica teatrale segue la vicenda editoriale e politica di Liberazione, fino al 1998. Nel 2000 fonda e dirige per cinque anni la testata giornalistica Tuttoteatro.com, la prima rivista italiana online di informazione e cultura teatrale. Nel 2004 idea e cura la direzione del Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche Dante Cappelletti che, arrivato alla sua nona edizione, si è dimostrato un importante osservatorio sulla creazione contemporanea e lo spettacolo dal vivo, al quale si aggiunge nel 2012 il Premio Tuttoteatro.com Renato Nicolini. Ha partecipato alla giuria del premio Eti Stregagatto e dei Premi Ubu. Ha proseguito l’attività giornalistica, tra gli altri, con il Manifesto, Aprile, Hystrio e Art’O. Da gennaio 2007 cura la direzione artistica della sezione teatro di FestambienteSud – Teatro Civile Festival, del quale nel 2012 si è svolta la sesta edizione. Ha partecipato al progetto Scenari Indipendenti della Provincia di Roma e alla rivista online La differenza. Dal novembre del 2011 è redattrice dei Quaderni del Teatro di Roma.