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I Partigiani della Scuola Pubblica denunciano gli abusi nei contronti dei docenti

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I Partigiani della Scuola Pubblica

I Partigiani della Scuola Pubblica denunciano gli abusi che puntualmente si stanno verificando nella scuola in virtù della legge 107/2015 imposta violentemente dai parlamentari e chiedono ai futuri legislatori un intervento radicale in direzione opposta.
Partigiani della Scuola Pubblica abusi docentiOrmai si registrano molti casi attestanti la volontà dei dirigenti scolastici di disporre a proprio piacimento del personale docente grazie ad una legge incostituzionale (la “buona scuola”), alla sonnolenza di alcune sigle sindacali e alla «paralisi della giustizia italiana».
Si sta, infatti, imponendo lo sfruttamento della rete delle scuole, prevista dal DPR 275/99 e dalla legge 107/3015, articolo 1, commi 70,71, 72,74, per utilizzare docenti di potenziamento su una scuola diversa da quella a cui sono stati assegnati o trasferiti ad anno scolastico già inoltrato senza la loro preventiva autorizzazione «come se fossero truppe ausiliarie messe a disposizione dei dirigenti scolastici».
Tutto questo è reso possibile dal fatto che gli Uffici Scolastici Regionali non pianificano in modo idoneo i trasferimenti e le assegnazioni provvisorie del personale docente.
Ciò implica un allontanamento dalle vere finalità delle reti di scuole che, secondo l’attuale legislazione, si riferiscono a progettualità condivise o alla razionalizzazione nell’impiego del personale Ata e in nessun caso possono prevedere il passaggio di un docente da un istituto ad un altro senza aver acquisito il suo spontaneo consenso.
La situazione diventa ancora più pesante per i docenti per il fatto che sono soggetti alla chiamata diretta e a tanti altri arbitri da parte dei dirigenti scolastici a causa della legge 107/2015.
Tali arbitri, come il bonus di merito, mirano ad obbligare i docenti all’obbedienza senza chiedere.
«La giustizia – sostengono i Partigiani della Scuola Pubblica – è come un’arma spuntata perché, a parte i costi insostenibili oggi per gli stipendi di un docente, le sentenze arrivano dopo anni e quindi sono perfettamente inutili se non a fini risarcitori per il ripristino dello stato di diritto, visto che l’abuso è già stato perpetrato».
A ciò si aggiuge la noncuranza di alcune sigle sindacali, che annoverando tra gli iscritti anche dirigenti scolatici, non risolvono i problemi dei docenti anzi li esortano a rassegnarsi.
La Calabria è la regione più afflitta in base alle segnalazioni ai Partigiani della Scuola Pubblica in forma, quasi sempre, anonima che, certamente non li aiuta a denunciare la difficile situazione e a risolverla definitivamente.

Lina Latelli Nucifero

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