I Partigiani della Scuola Pubblica replicano alla dirigente dell’Ipssar di Lamezia
4 min di letturaI Psp continuano a sostenere la senatrice Granato
I “Partigiani della Scuola Pubblica” si inseriscono nella querelle in atto tra la dirigente dell’Ipssar di Lamezia Terme Costantino e la senatrice Granato sentendosi in dovere di difendere la scuola contro chi cerca di disintegrarla ledendo i diritti degli alunni e dei lavoratori che operano nel suo ambito.
Pertanto i “Partigiani della Scuola Pubblica” continuano a sostenere la senatrice Granato che aveva diffidato la dirigente dell’Ipssar (Istituto Professionale Statale per Servizi Alberghieri e Ristorazione) Costantino chiedendo la riassegnazione delle cattedre di Discipline Giuridiche ed Economiche presso l’Ipssar e l’intervento del Garante regionale per l’iniquo provvedimento con il quale la dirigente sostituiva le quattro classi della docente, vincitrice del ricorso ex articolo 700 codice procedura penale, con altre nuove quattro classi peggiorando in tal modo la sua posizione lavorativa chiaramente discriminante nei confronti degli altri docenti.
Tale provvedimento risultava palesemente penalizzante anche per gli studenti che alla fine dell’anno scolastico sarebbero stati seguiti e valutati da un altro docente e, per di più, avrebbero dovuto completare un programma iniziato dal proprio docente. Alla luce della spiacevole faccenda, venutasi a creare, i “Partigiani della Scuola Pubblica” esortano la dirigente Costantino a non perseverare «in una gestione della cosa pubblica casalinga più che tradizionale e a prendere coscienza dell’assurdo errore compiuto e rilevato anche da un giudice, super partes, che ha ristabilito le regole da seguire» conscio che l’assegnazione dei docenti alle classi e ai plessi è prerogativa del dirigente scolastico ma sempre nel rispetto dei criteri stabiliti dal Consiglio di Istituto e delle proposte del Collegio dei Docenti.
In caso contrario il dirigente scolastico deve motivare eventuali scelte che appartengono a precise sfere di opportunità dopo aver salvaguardato l’interesse degli alunni. «La dirigente Costantino – dichiarano i “Partigiani della Scuola Pubblica” – sbandiera un potere che non ha, se non in subordine a quanto deciso dagli organi collegiali che, in questo caso, non sono stati nemmeno consultati. Il giudice del lavoro infatti – proseguono – ha ritenuto il provvedimento dirigenziale illegittimo ed iniquo e per tale motivo ha intimato alla dirigente Costantino di correggere il proprio errore».
La dirigente, di rimando, ha adottato il provvedimento di riassegnazione lasciando immutato il numero delle classi, quattro, attribuite alla ricorrente sul diurno senza consultare, ancora una volta, il Collegio dei Docenti. I “Partigiani della Scuola Pubblica” ripercorrendo l’iter di questa triste storia, ricordano che la senatrice Granato, venutane a conoscenza, da docente e conoscitrice delle regole della scuola, «per mero impegno istituzionale», si inserisce nella faccenda invitando la dirigente a ripristinare ordine e regole e, in più, chiede l’intervento del Garante regionale dell’infanzia, Antonio Marziale, che riscontra, a proposito, «l’interruzione dell’attività educativa e didattica, disorientante per i ragazzi e pregiudizievole del processo di apprendimento e stabilità emotiva».
I “Partigiani della Scuola Pubblica”, con l’auspicio che tutto si risolva a lieto fine, puntualizzano che non intendono accettare basse insinuazioni e ingerenze estranee alla questione e invitano la dirigente ad un’umile riflessione e a farsi «foriera di iniziative e provvedimenti illuminati anche perché nessuna legge dello Stato le consegna un potere gestionale scevro da responsabilità, per le quali dovrà dar conto, non trovandosi a gestire le questioni della propria casa».
Infine i “Partigiani” ribadiscono che il loro pensiero è rivolto soprattutto agli alunni che sono quelli maggiormente danneggiati da questa brutta storia, perché costretti a cambiare docenti quasi ad anno scolastico concluso con tutto ciò che questo comporta. A questo punto i “Partigiani della Scuola Pubblica” si domandano qual è la vera missione di un dirigente: «Creare e sollecitare un ambiente di lavoro sereno e proficuo nell’interesse dei propri alunni? Oppure alimentare difficili condizioni di lavoro, rimarcando il proprio “potere” e cercando conferme in decisioni scellerate che di potente hanno solo il danno che andranno a provocare?».
LINA LATELLI NUCIFERO