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Partigiani della Scuola Pubblica contro futuro ministro dell’Istruzione Salvatore Giuliano

2 min di lettura
I Partigiani della Scuola Pubblica

I Partigiani della Scuola Pubblica non dimenticano il recentissimo passato di Salvatore Giuliano, candidato a  ministro della Pubblica Istruzione

I Partigiani della Scuola Pubblica esprimono la massima sfiducia nei confronti del futuro ministro alla Pubblica Istruzione, il ds Salvatore Giuliano, designato da Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle. Reduci dalla lotta alla Legge 107, i Partigiani, pur riconoscendogli competenze e capacità, mettono in dubbio la sua empatia con il personale scolastico e la sua propensione a risolvere i problemi della scuola causati dalla riforma renziana. Dirigente scolastico dell’istituto “Majorana”di Brindisi, Salvatore Giuliano è stato consulente al Miur sia della ministra dell’Istruzione Stefania Giannini che di Valeria Fedeli. Delusi di tale scelta, nonostante abbiano apprezzato il programma del Movimento 5 Stelle, i Partigiani invitano il Movimento a tornare sui propri passi e ad orientarsi su chi ogni giorno è in prima linea nel portare avanti il delicatissimo impegno professionale scolastico e prova sulla propria pelle le difficoltà del ruolo di insegnante.

«Essere all’avanguardia nel settore digitale, per il futuro ministro, – sostengono i Partigiani – non è qualità sufficiente a far sviluppare il sapere critico e la consapevolezza di sé e del mondo, invece sembra si tenda a proseguire sulla linea di svilimento della persona nell’ottica dell’inserimento nel mondo del lavoro». Partendo dal principio che al centro di qualunque progetto educativo debbano essere posti gli apprendimenti degli alunni, la dignità delle persone e dei futuri cittadini, i Partigiani chiedono al M5S un immediato ripensamento sulla scelta operata per la Scuola e la proposta di un nome condiviso dopo aver ascoltato ed analizzato seriamente le richieste della base. Consapevoli che la forza docente sia stato comunque determinante ai fini della vittoria elettorale per la qualità del programma proposto, i Partigiani ribadiscono che sia necessario indicare un nome non legato al renzismo e alle idee molto discutibili dell’Anp, ma legato all’impegno per impedire lo sbandamento di questi anni.

LINA LATELLI NUCIFERO

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