Pasqualino Ruberto torna in libertà
4 min di lettura“Sono sempre stato un uomo a difesa delle istituzioni e continuerò ad esserlo anche con la giustizia, nessuna cosa mi farà mai cambiare idea.” Queste le prime parole di Pasqualino Ruberto, ex presidente della fondazione “Calabria Etica”, che è tornato in libertà per cessazione delle esigenze cautelari.
di Valeria Folino
Tornano in libertà l’ex presidente di Calabria Etica ed ex consigliere comunale Pasqualino Ruberto e Vincenzo Caserta, ex direttore generale del Dipartimento Lavoro della Regione Calabria.
Entrambi si trovavano agli arresti domiciliari da febbraio scorso, nell’ambito dell’operazione Robin Hood in cui rimase coinvolto anche l’ex assessore Nazzareno Salerno.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catanzaro – dott.ssa Barbara Saccà ha accolto le istanze dei legali dei due indagati, revocando così gli arresti domiciliari. Nessun’altra misura cautelare è stata applicata.
L’ex leader di Calabria Etica, era stato travolto nell’inchiesta sulla gestione clientelare di fondi pubblici, nota alle cronache come “Robin Hood”, che aveva portato all’arresto di nove perone tra politici, imprenditori e dirigenti regionali: raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere aveva poi ottenuto gli arresti domiciliari lo scorso 15 febbraio.
Il suo legale difensore, Avv. Mario Murone, ha chiesto e ottenuto la scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare.
Gli arresti domiciliari, lo ricordiamo, sono una misura cautelare personale, coercitiva e custodiale, prevista e disciplinata dall’art. 284 c.p.p. , da non confondere con la detenzione domiciliare, che avviene con sentenza già divenuta definitiva, benché nella disciplina siano simili.
Il soggetto sottoposto agli arresti domiciliari è privato della libertà personale allo stesso modo di un detenuto. L’unica differenza è che può restare ristretto in luogo diverso dal carcere: i domiciliari sono una misura coercitiva custodiale che possono avere luogo all’interno di abitazione o in altro luogo scelto dall’inquisito di privata dimora o in un luogo di cura o di assistenza; all’interno dell’immobile ove vengono attuati gli arresti domiciliari l’imputato (o l’indagato) è “libero” ma il giudice può vietargli di comunicare con estranei.
La durata massima degli arresti domiciliari dipende dalla gravità del reato per il quale vengono disposti. Sono previsti termini di fase (indagini preliminari, fino alla condanna di 1° grado, tra la condanna di 1° e di 2° grado, tra il 2° grado e il giudicato) ed un termine massimo omnicomprensivo.
Pasqualino Ruberto questa mattina ha ringraziato la sua famiglia che lo ha supportato e tutti coloro che lo hanno sostenuto, dimostrandogli stima e fiducia e ha, altresì, ribadito con fermezza la sua innocenza ed estraneità ai fatti.
Queste le parole di Ruberto: «Grazie a tutti per il Vs sostegno! Si chiude un triste periodo della mia vita e si ricomincia, con la grande assenza terrena del mio papà al quale purtroppo non ho avuto possibilità di dare l’ultimo saluto quando lui lo invocava.
Sono sempre stato un uomo a difesa delle istituzioni e continuerò ad esserlo anche con la giustizia, nessuna cosa mi farà mai cambiare idea.
Non ho mai sperperato un euro di fondi pubblici, non ho mai avuto rapporti con la ndrangheta, non ho mai fatto un atto gestionale che non avesse la buona fede a suo fondamento. Eppure mi è successo quello che è successo ma me ne sono fatto una ragione (anche se per arresto non c’è) senza mai disperare e rimanendo fiducioso per conoscenza e coscienza.
Grazie a tutti Voi per il sostegno, la stima e la fiducia che avete sempre pubblicamente dato a me anche quando la “comunicazione” che poteva passare tutto questo metteva a dura prova.
Sono ferito ma ho la forza e la determinazione giusta che mi porterà ad affrontare le prossime sfide, senza paura di merito e tempi.
Un grazie immenso alla mia famiglia che è stata fantastica nel supportarmi. Un grazie pubblico alle forze dell’ordine che sono sempre state guidate da senso del dovere ma con umanità e garbo eccezionale. Comunque anche i momenti più brutti della vita poi lasciano qualcosa di importante, qualcosa che insegna, e “qualcosa” da amare da cui ripartire».