PD Cosenza: l’implementazione dei posti di terapia intensiva e semi-intensiva è fallita
3 min di letturaCalabria, piano Covid per terapia intensiva, semi-intensiva e pronto-soccorso dedicato si rivelano un fallimento
Comunicato Stampa
E’ arrivato il momento di dare i numeri. E io, oggi, do i numeri. Perché, nella loro spietata aridità, ci sono occasioni, nelle quali i dati aritmetici sono più eloquenti delle parole.
Sulla scorta del decreto legge n. 34 del 2020, in Calabria, era stato stilato un programma di implementazione dei posti letto di terapia intensiva e di terapia semintensiva. Inoltre era stata prevista, in ogni ospedale della regione, la realizzazione, previo stanziamento di 52 milioni di euro, di un Pronto soccorso dedicato Covid con annessa risonanza magnetica e Tac.
L’attuazione dell’implementazione dei posti letto e della realizzazione dei Pronto soccorso Covid, era modellata, esattamente, così.
In terapia intensiva era stata programmata una implementazione di 134 posti letto; in terapia semi-intensiva l’implementazione prevedeva ulteriori 136 posti letto; per i Pronto soccorso erano stati previsti 18 interventi. Infine si prevedeva l’acquisto di altre 9 ambulanze. Questa era la contabilità preventiva. Bene. A distanza di oltre 3 anni qual è lo stato dell’arte? Carte alla mano, ve lo dico qual è. In terapia intensiva, anziché di 134 posti letto, ne sono stati realizzati solo 24; in terapia semi-intensiva, a fronte di 136 posti, ne sono stati realizzati, appena 11; è stato realizzato un solo pronto soccorso Covid e sono state acquistate 6 ambulanze.
Detto, in altri termini, l’implementazione, in terapia intensiva, è pari, appena appena, al 18%; cala, vertiginosamente, in terapia semi-intensiva, attestandosi a un risibile 8%; cala, disastrosamente, al 5% per la realizzazione dei Pronto soccorso Covid.
L’attuazione del piano di implementazione è miseramente fallita. E la responsabilità di questo misero fallimento di chi è? Forse è del Partito democratico? Ma non facciamo ridere i polli!
La responsabilità di questo misero fallimento è, esclusivamente, del centro destra calabrese, con in testa il suo Governatore-Commissario. E si tratta di un fallimento scellerato, perché mette, irreversibilmente, in ginocchio il salvifico sistema dell’emergenza – urgenza. E’ un fallimento, che genera morti. Senza posti letto in terapia intensiva e semi-intensiva la gente muore. Questa è la nuda e cruda verità. Questa è la rivoluzione della sanità calabrese? L’implementazione dei posti di terapia intensiva e semi-intensiva è fallita. La realizzazione dei pronto soccorso Covid è fallita.
I livelli essenziali di assistenza, in Calabria, faticano a competere anche con i sistemi sanitari dei paesi in via di sviluppo: la Calabria è l’unica regione a non raggiungere il minimo indispensabile nella rilevazione dei Lea. I conti non sono, nient’affatto, in ordine. Gli avanzi di cassa sono, solo, farlocchi, perché esistono, in quanto non sono stati erogati i LEA.
In Calabria ci sono ospedali da bollino rosso. La costruzione dei nuovi ospedali è ferma al palo. L’Azienda zero è un oggetto tanto misterioso quanto, scandalosamente lucroso. Ci sono contratti di appalto, platealmente, illegali: parlo, per esempio, del contratto per la gestione e la distribuzione degli ausili ai disabili gestito dall’ASP di Cosenza. La situazione contabile è fuori controllo: per molte Aziende – incredibile a dirsi e a credersi – si ignorano le partite di bilancio degli anni precedenti.
C’è un buco nero assai inquietante. Si dichiarano posti letto falsi, inventati di sana pianta. Questa è la rivoluzione della sanità calabrese? Beh, a pensarci bene, questa, è davvero una rivoluzione: la rivoluzione, che certifica la bancarotta della sanità calabrese. Basta. Ma, per davvero, basta. Anche all’indecenza deve esserci un limite.