Pd lametino, l’inerzia politica raccontata da Giovanni Cimino
5 min di letturaCofondatore del circolo pd di Lamezia-Nicastro, Giovanni Cimino fornisce un’analisi circa le condizioni attuali del partito
LAMEZIA. Alla luce dei risultati ottenuti dal pd a Lamezia nelle consultazioni del 4 marzo, il cofondatore del circolo cittadino Giovanni Cimino esterna una personale analisi.
Cimino ritiene che le motivazioni di quegli esiti possano “essere scaricate teoricamente solo a logiche nazionali, ma non quando un partito, come il pd, candida tre importanti rappresentanti del proprio territorio ed ottiene (a Lamezia) meno di 4.000 voti, con oltre 1.000 tesserati! Del risultato negativo nessuno si può ritenere esente da responsabilità. Prima ancora del rapporto col territorio, nel pd, specie a Lamezia, è mancato e manca un rapporto tra i militanti del partito: i veri portatori delle istanze dei cittadini”.
Parla, con tono ironico, di miopia del partito quando, in fase di campagna elettorale, non è stata spesa neanche “una parola sullo scioglimento comunale per mafia, che avrebbe, sicuramente, richiesto dibattiti e convegni, dal momento in cui Lamezia e i lametini si trovano a subirne le conseguenze. Un secondo scioglimento consecutivo con un’amministrazione di centrodestra, passato nel più totale silenzio e disinteresse del Partito Democratico!”.
Tenendo conto di ciò, con preoccupazione poco celata, Cimino si chiede quanto ancora debba toccare il fondo il pd, sia quello nazionale che quello lametino.
“A Lamezia tutto si è svolto secondo il copione nazionale, anzi peggio! La Sinistra, potenzialmente rappresentata dal pd, da tempo è assente sul territorio per raccogliere e farsi alfiere delle istanze e dei bisogni reali dei cittadini: giovani, meno giovani ed anziani. Non si può soltanto discutere di candidature e di poltrone, chiusi tra quattro muri! I problemi del territorio non si affrontano con “parate” di candidati e di rappresentati di partito locali e/o nazionali, tenute nelle sedi di Circolo o nelle sale di teatro e di hotel! Le ultime competizioni elettorali (referendum, amministrative e politiche), ho l’impressione, continuano a non insegnare nulla! A Lamezia si vuole continuare a discutere di nomine e di poltrone e ad ignorare territorio e cittadini”.
Tuttavia, se a livello nazionale il pd pare aver intrapreso un’inversione di marcia intendendo riappropriarsi del ruolo che compete alla sinistra, ritornando tra i cittadini e tra i suoi problemi, a Lamezia Cimino non vede “nessuna volontà di cambiamento. Continua nel suo modus operandi , ignorando il territorio con tutte le sue difficoltà e contraddizioni, con realtà difficili e problemi cronicizzati nel tempo.
Comunque, non si può negare, i problemi del pd a Lamezia vengono da lontano con risultati elettorali che non sono stati mai esaltanti. Eppure, i due maggiori partiti costituenti , ds e Margherita, nella tornata amministrativa del 2005 ottennero 4 consiglieri ciascuno, senza il premio di maggioranza. Cinque anni dopo, il pd (da poco costituito) ottenne lo stesso numero (otto) di consiglieri, ma col premio di maggioranza”.
Cimino procede nella sua analisi partendo da lontano. “Nel dopo elezioni, scrissi qualcosa: il pd non aveva vinto! Da buon autolesionista, si presentò totalmente sottomesso al ‘Partito del Sindaco’, dopo uno svolgimento ‘farsa’ di Primarie di coalizione(!!!) e senza aver voluto esaminare e discutere l’azione amministrativa della Giunta Speranza. Negli ultimi anni della prima amministrazione Speranza e per tutta la seconda, consiglieri ed assessori sono stati poco presenti sul territorio e poco attenti alle esigenze dei cittadini: hanno giocato ad alternarsi nelle nomine di assessore e nei subentri a consigliere di candidati, bocciati dagli elettori . La conquista della prima vittoria non era stata una grande impresa, venendo da uno scioglimento del Consiglio Comunale a guida Centrodestra. La seconda fu la conseguenza delle diatribe interne al Centrodestra e della presenza di una candidatura a sindaco, già in precedenza bocciata dai lametini!
I consiglieri eletti nel 2010 per cinque anni sono stati totalmente ‘nelle mani’ del sindaco! Il pd, come partito? Non è esistito per mancanza di autorevolezza del suo direttivo, che ha lasciato tutto, o non è stato in grado di incidere su decisioni e scelte, al “partito dei consiglieri” e al “partito degli assessori”. Modus operandi già presente in molte occasioni della prima Giunta Speranza ( i Partiti – Margherita e DS- davano degli indirizzi, in buona parte venivano seguiti in giunta, totalmente disattesi in Consiglio – vedere acquisto azioni di Sviluppo Italia della Lamezia Multiservizi -). Il risultato di tutto questo? Se ne cita uno: l’adozione (nonostante il parere contrario di tecnici tesserati PD) dello strumento urbanistico, PSC ( oggi decaduto!), conosciuto da pochi , redatto da pochi e per pochi e senza una visione urbanistica e di previsione reale di sviluppo socio-economico, oltre che di sicurezza e protezione civile dell’intero territorio comunale.
Si stende un velo pietoso sulle elezioni amministrative del 2015! Il PD lametino in fase pre-elettorale è stato totalmente consegnato ( o usurpato) nelle mani di personaggi, che l’hanno offeso, ridicolizzato, distrutto ed ora lasciato (forse, per fortuna!). Il risultato ottenuto è stata una logica conseguenza con la sconfitta alle primarie e la sconfitta alle votazioni: solo due consiglieri, ottenuti con l’aiuto delle modalità di espressione delle preferenze – due preferenze una maschile e una femminile.
Sarebbe finalmente ora che il PD anche a Lamezia cambi rotta, che torni in mezzo alle genti ed inizi a sviscerare i problemi del territorio: molti e di non facile soluzione senza un’azione mirata, congiunta e coordinata con tutte le istituzioni locali e nazionali. Le nuove scadenze sono vicine: elezioni europee, comunali e regionali nell’arco di non molti mesi, senza escludere le politiche prime di tutte. Ogni iscritto si dovrebbe sentire da subito impegnato, secondo proprie competenze e capacità, lasciando da parte personalismi e giochi di potere”.
Redazione