PD Lamezia: diciamo no al ridimensionamento dell’aeroporto
3 min di letturaLamezia Terme rischia un’ulteriore marginalizzazione infrastrutturale
Comunicato Stampa
La città di Lamezia Terme per la sua naturale centralità, posta al servizio della Calabria, con grandi infrastrutture come l’aeroporto internazionale, l’autostrada, l’area industriale più grande del Mezzogiorno e importanti funzioni espresse dal centro protesi Inail, l’aula bunker ed altre ancora, rappresenta un innegabile valore strategico per lo sviluppo dell’intera Regione.
Purtroppo, nel corso degli anni, le potenzialità del suo territorio non sono state efficacemente valorizzate da una classe politica non sempre all’altezza di cogliere le grandi sfide del momento. Anzi proprio la rappresenta politica è stata la causa principale della progressiva regressione sociale ed economica del territorio lametino.
Soprattutto oggi, la città di Lamezia Terme, nonostante sia sede di un aeroporto internazionale, sta subendo l’ennesima mortificazione delle potenzialità, oggettivamente riconoscibili, anche in materia di trasporti aerei. Da quanto risulta dal sito “Aeroporti Calabria”, dalla fine di Ottobre le destinazioni internazionali calabresi vedranno Reggio Calabria con otto voli internazionali attivati da Ryanair contro i sei di Lamezia. E le prospettive sembrano meno rosee nel prossimo futuro per lo scalo lametino.
Sembra ripetersi l’ennesima beffa imputabile a una incapacità di pianificazione da una parte, e dall’altra a una precisa volontà politica di ridimensionare le potenzialità innegabili del territorio lametino. Una storia che si ripete: dal “pacchetto Colombo” alla sanità pubblica, dalla vicenda dell’università alla preoccupante attuale vicenda dell’aeroporto internazionale, avviata nel silenzio generale con l’istituzione del gestore unico.
Il PD di Lamezia chiede che tutto il territorio regionale possa usufruire in maniera uniforme del diritto di qualità dei trasporti, ma chiede anche a viva voce che le realtà infrastrutturali esistenti non vengano depotenziate a causa di calcoli elettoralistici di dubbio valore etico, sociale ed economico, ma legati ad una logica di mera geografia politica.
Ben venga, perciò, lo sviluppo degli aeroporti di Crotone e Reggio Calabria, ma sicuramente non a discapito e a dispetto di quello di Lamezia Terme, che è lo scalo riconosciuto a livello nazionale perché rispondente ai requisiti industriali dell’ENAC.
Ciò che contestiamo all’amministratore unico Marco Franchini, sotto la guida del presidente Roberto Occhiuto, e al silenzio complice del sindaco Mascaro di Forza Italia, è il Piano Industriale della società aeroportuale calabrese squilibrato e fallimentare, che invece di portare ad un incremento di passeggeri, movimenti e merci di tutti e tre gli aeroporti, sta facendo della SACAL uno spezzatino buono per gli appetiti elettorali di un solo partito. Un piano industriale che nessuno conosce e che non è mai stato discusso ed anticipato neanche al Consiglio comunale della città di Lamezia che è uno degli azionisti.
Gennarino Masi
Segretario cittadino PD