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Pd provinciale di Catanzaro annuncia un rinnovamento radicale. Approvata relazione di Cuda

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Direzione provinciale pd: “riorganizzare, riaggregare e mobilitare da subito le forze che nelle aree urbane di Catanzaro e Lamezia”

CATANZARO. La direzione provinciale del pd di Catanzaro si è riunita nei giorni corsi e ha approvato in maniera unanime la relazione del segretario Gianluca Cuda.

Alla luce della situazione generale in cui si trova la compagine politica, il pd provinciale di Catanzaro ha quindi deciso di promuovere nel proprio territorio un processo di riorganizzazione politica del partito improntato al cambiamento e finalizzato a imprimere una forte discontinuità: l’obiettivo ultimo di tale processo sarà dunque quello di unire le forze e dare un contributo a nuove aggregazioni politiche e sociali.

In una nota, la direzione provinciale del pd spiega che “nella ricca e approfondita discussione, in tutti gli interventi,  la preoccupazione per le politiche nazionaliste ed isolazioniste del governo Salvini –Di Maio che rischiano di operare un pericoloso salto nel buio al nostro paese e al meridione, rispetto alla tenuta democratica, all’equilibrio finanziario, alla coesione sociale”.

Inoltre, continua il pd provinciale di Catanzaro, “le politiche di contrapposizione sui migranti, sulle minoranze etniche e sui diversi oppositori, a partire dallo scrittore Roberto Saviano, a cui la direzione provinciale indirizza la solidarietà attiva e mobilitante di tutto il Pd provinciale, la dicono lunga sull’Italia che, il Governo giallo-verde ad egemonia leghista, vuole raffigurare”. Sono queste pertanto le ragioni che hanno spinto il pd catanzarese a mobilitarsi comprendendo che “è arrivato il momento di fare la propria parte, di opposizione, con tutte le sue forze organizzate sul territorio nonostante i limiti e le difficoltà presenti”.

Dall’assemblea direttiva si è quindi levato un appello che ha anche la valenza di monito per esortare l’intero partito alla responsabilità e alla partecipazione, con un particolare invito rivolto agli iscritti “che occupano ruoli istituzionali, ai diversi livelli considerati, affinché si ritorni ad un Pd plurale e unito anche con coloro che occupano ruoli  istituzionali, perché è attraverso il partito che si misura la nostra capacità di avere il polso del territorio, di rappresentare i problemi delle persone, i disagi delle famiglie oltre che ad avere a cuore la vita ed il bene del partito in cui si milita”.

Questo appello ha come fine quello di “riannodare fili di comunicazione, di contatto e di rapporto verso  una sinistra sociale, presente nei luoghi del sapere, della produzione e del lavoro, nel mondo delle professioni e dell’associazionismo, oltreché nei cosiddetti ‘corpi intermedi della società’, nei sindacati confederali, nelle organizzazioni di massa degli artigiani, dei commercianti, del mondo agricolo. E  una vicinanza nuova va estesa alle aree del disagio, della precarietà, del lavoro a termine, del lavoro a chiamata, della flessibilità esasperata. Il nuovo Pd trasferisce in maniera chiara l’idea di aver capito bene il messaggio del voto del 4 di marzo e cosa quel voto ha voluto rappresentare,  non tanto e non solo sulle tante cose fatte, ma sul giudizio prevalentemente negativo rispetto alle tante cose non fatte”.

Il parere della direzione provinciale è che il processo di riorganizzazione riconversione sia un dovere morale prima che politico, ne emerge dunque un compito nuovo “in cui si dovrà aggregare un arco di forze che vada oltre il Pd, per preparare un’opposizione politica ed un’alternativa credibile al governo Salvini –Di Maio. Tutto questo attraverso una radicale dose di innovazione politica ed ideale che riscopra una militanza e una passione dal basso.  Tale spinta ci sentiamo di farla da subito, perché pensiamo che è qui ,al sud, che si è avuto  il cataclisma, qui è dove il Pd ha avuto, ed ha, il massimo grado delle difficoltà politiche ed organizzative, nel rapporto con la società meridionale, con  ceti e  figure sociali in movimento ed in profonda ribellione. Il nuovo Pd parte dai territori, nel cuore della società meridionale, organizzando nelle prossime settimane paese per paese, città per città, Comitati per la difesa della Costituzione e della Democrazia di questo nazione. In questo senso, nei prossimi giorni sarà indetta un’assemblea provinciale di tutti gli  iscritti e i militanti”.

In ragione di ciò, la direzione provinciale accoglie “con favore nuove aggregazioni civiche e democratiche le più larghe e coese possibili ma che abbiano una carattere dirimente di spinta  ‘dal basso’, capace di immettere nuova linfa vitale, e respinge le aggregazioni fasulle, artefatte, calate dall’alto, unioni sacre che nascono malate e che servono solo a nascondere il tentativo di far sopravvivere un ceto politico istituzionale deludente e scaduto. Recuperare il senso della serietà della politica, senza scorciatoie e senza furbizie. L’imperativo oggi è di tornare nella società, stare tra la gente, recuperare un rapporto, sapendo che tale compito non potrà essere assolto da chi ha perso credibilità. La gente di Calabria come nel resto del paese non va raggirata”.

Per questo risulta quanto mai urgente “riorganizzare, riaggregare e mobilitare da subito le forze che nelle aree urbane di Catanzaro e Lamezia, con il fine di rilanciare la partecipazione e l’iniziativa politica e per questa via ridefinire i nuovi  assetti politico organizzativi. Il nuovo Pd promuoverà aggregazioni che vadano aldilà della propria forza per tornare a fare politica e rappresentare istanze, problemi e a organizzare conflitti sociali che nei prossimi mesi in Italia e nel meridione torneranno ad esserci. La direzione provinciale si è determinata assumendo su tali punti di ragionamento una responsabilità collettiva  per la sua realizzazione. Il fine è quello di ricollocare il Pd, dare a questo partito un futuro ed una prospettiva politica”.

Redazione

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