Peppe Millanta: lo scrittore che sa parlare ai bambini
4 min di letturaLAMEZIA. Nell’aula magna dell’istituto comprensivo di Sant’Eufemia Lamezia, gli occhi dei bambini delle quarte e quinte classi comunicano l’attesa e la curiosità per un incontro speciale. Aspettano lo scrittore Peppe Millanta, autore di “Vinpeel degli orizzonti”, sua opera prima, ormai pluripremiata in tutt’Italia.
Il volume, edito dalla NEO. Edizioni, già letto da qualche alunno, attira l’attenzione con quella sua copertina in cui volteggiano lievi le mongolfiere e i loro sguardi inseguono già fantasie, chiedendosi quali siano gli orizzonti cui il titolo rimanda. Un sottile brusio di voci accoglie l’arrivo di Peppe Millanta (chiaramente uno pseudonimo). Egli, accompagnato dalla blogger Ippolita Luzzo che fin dall’inizio ne ha apprezzato il lavoro invitandolo (di concerto con Mondadori, BookClub, Lector in Fabula) a Lamezia Terme, porta con sé la sua chitarra e una grossa conchiglia. La dirigente scolastica Fiorella Careri introduce il giovane autore e, dopo aver sottolineato come l’incontro si inserisca nelle attività e nei laboratori del ‘Progetto lettura’, si sofferma sulla qualità e sulla facile leggibilità della sua scrittura, su quanto essa sia densa di contenuti e messaggi importanti su cui è bene riflettere fin da piccoli per rendere più ricco il proprio percorso formativo. Da quel momento la curiosità dei bambini, in libera ascesa, incontra la capacità dell’autore di riscoprirsi bambino e di raccontarsi e raccontare ad essi i suoi sogni e le sue storie senza annoiarli, perché lui sa che “ i bambini si annoiano alle presentazioni dove si parla solo del libro per invitare a leggerlo”. Millanta sa come catturarne l’attenzione: offre loro la grossa conchiglia e li invita ad accostarla all’orecchio e ad ascoltare in essa il rumore del mare, ma facendo attenzione a non sovrapporre ad esso il rumore delle proprie voci. Il silenzio è incredibile.
Si passano, senza fiatare, la conchiglia, ostentando grande partecipazione. Un po’ come Ned Bundy, il papà di Vinpeel, il protagonista del suo romanzo, ascoltano il mare e noi adulti, con le parole congelate in bocca, ascoltiamo i loro respiri. A Dinterbild, il luogo-non luogo del suo libro, una piccola comunità sospesa nel tempo, dove tutti vorremmo abitare, “Quelle che Bundy collezionava non erano conchiglie, ma il rumore del mare che avevano dentro. Le storie che portavano. (…) Ogni conchiglia, quando viene tirata fuori dall’acqua trascina il rumore del mare che sta lasciando. Basta una piccola goccia al suo interno e la conchiglia continuerà a raccontare di quel mare per sempre (…) Ogni giorno del mondo aveva il suo mare, e ogni giorno del mare la sua conchiglia, e ogni conchiglia, dentro, aveva la sua storia.. A patto di saperla ascoltare”. E Millanta che sa ascoltare il ritmo che pulsa nei cuori infantili, che sa essere bambino (al punto da giocare ironicamente col suo nome adottandone uno nuovo e vivendolo dentro come si fa con un altro se stesso, con un amico immaginario che gli ha preso un po’ la mano), li coinvolge in un percorso giocoso e affascinante sui sentieri delle emozioni, dei sentimenti che, a volte, loro ( ma anche gli adulti) hanno difficoltà ad esprimere.
Quegli stessi sentimenti – spiega semplicemente l’autore- sono quelli su cui si costruiscono le storie che poi vengono classificate in generi letterari, a seconda della predominanza dell’uno o dell’altro nella struttura narrativa. E i bambini, sollecitati in un divertente gioco delle parti, indicano le emozioni, i sentimenti e li collegano ai generi ( drammatico, commedia, horror, giallo ecc.) e, operando per gruppi, organizzano un finale diverso per ciascuna tipologia, destrutturando e ricostruendo, in forma originale, quello di una fiaba classica che tutti conoscono. E’ laboratorio creativo di scrittura, strategia metodologica, capacità di leggere l’animo infantile e interagire con i suoi piccoli e attentissimi lettori, conducendoli nei territori della fantasia e dell’immaginazione, in modo naturale; coinvolgendoli nella magia della narrazione e dell’incanto. Non a caso, a Pescara ha fondato la “Scuola Macondo”- Officina delle storie.
E finalmente Millanta ritorna al suo libro, ai suoi personaggi (ma se ne era mai allontanato?) e alla disponibilità all’ascolto e alla simpatia già conquistatesi presso il suo giovanissimo pubblico; incanta descrivendo e raccontando l’intorno del libro e suoi personaggi per poi entrare nella dimensione teatrale della lettura di alcuni passi significativi. Ora i bambini sanno che il suo libro è veramente divertente: nessuno dovrà convincerli, perché Millanta è uno scrittore che sa parlare ai Bambini. E non è cosa da poco! Infine, tante domande, una dietro l’altra, dando sfogo ciascuno alle residue curiosità inappagate per poi lasciarsi cullare, come solo il mare e la musica sanno fare, dal suono della sua chitarra e dalla splendida canzone “Grazie alla vita” (Gracias a la Vida, portata al successo dalla cantante cilena Mercedes Sosa): un inno alla vita, un augurio alla loro crescita gioiosa, in un mondo futuro che sappia dare spazio ai sogni, per scorgere, oltre i confini dell’orizzonte, quell’Altrove in cui riafferrare quell’attimo di felicità che ad ognuno può, inavvertitamente, sfuggire.
Teodolinda Coltellaro.