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Perri (PD Lamezia): continua l’inarrestabile sfascio della sanità calabrese

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Per l’inarrestabile sfascio dell’assistenza sanitaria calabrese, tutti i giorni alcuni fanno comunicati, qualcuno propone, pochi denunciano, i più sono rassegnati e noi lametini ancor di più

Comunicato Stampa

Il presidente/commissario Occhiuto predispone, insieme ai suoi adepti, pannicelli caldi per le ferite di un corpo che sta morendo.

Le carenze in atto corrispondono alla presenza di una CALAMITA’ con morti e feriti più che in un terremoto di VI° GRADO.

E allora? Intanto la priorità è salvare qui le persone con l’auspicio di poterle poi adeguatamente curare in Calabria.

Ne deriverebbe l’obbligo di potenziare tutti servizi per l’emergenza: Pronti soccorso, 118, reti temporo dipendenti e politrauma, la prevenzione, la medicina territoriale e di ‘base’ con l’obiettivo di ridurre le degenze e il ricorso ai pronto soccorso con una rete veramente capillare di ASSISTENZA DOMICILIARE, centrandola su una figura basilare per questa attività come gli operatori sociosanitari (ben orientata dai c. d. medici di famiglia oltre che da tutti gli specialisti). Una figura professionale che richiede un percorso formativo più breve e che certamente sarebbe reperibile nella nostra regione. Meglio ancora, sempre in via ipotetica, se affiancata da personale socio assistenziale dei comuni: è l’assistenza domiciliare integrata (ADI) ma anche in questo settore la nostra regione è nettamente ultima tra tutte le regioni in rapporto 1/4.

Ma a chi sta su alti scranni della politica o ha un buon reddito (che permette anche il ricorso alle assicurazioni) cosa importa se 3 milioni di italiani rinunciano alle cure, mentre altri ricorrono come estrema ratio ai prestiti.

Andrebbe ‘urlato’ a certi politicanti che l’autonomia differenziata esiste già!

E fa comodo per le regioni del centro Nord che dalla Calabria continui, oltre per le ristrettezze legate al c. rientro (o taglio) delle spese, la migrazione sanitaria verso i loro ospedali sempre pieni, mentre la Calabria subisce effetti economici devastanti per i quasi 300 milioni all’anno sottratti dalla mobilità passiva. E non basta! A questa cifra va aggiunta quella sotterranea ed egualmente elevata che grava direttamente a carico delle famiglie non solo per le cure a proprio carico (il 40% della spesa sanitaria complessiva) ma in conseguenza dell’accompagnamento del familiare in altre città: viaggi, alberghi, ristoranti oltre al connesso indotto commerciale che viene sottratto ai calabresi, con il nostro conseguente impoverimento e relative perdite occupazionali. Pensate a quanti posti di lavoro si sono persi solo a Soveria Mannelli devitalizzando un gioiellino d’ospedale.

Il presidente Occhiuto farebbe bene a chiedere al Consiglio dei Ministri di dichiarare uno STATO DI EMERGENZA SANITARIA con la prevista attivazione dell’Unità di crisi, di cui al D.M. 27 marzo 2015, e “con una task force” di cui farà parte un rappresentante regionale che presti la propria attività per la regione nel cui territorio si è verificato l’evento con provvedimenti urgenti che prevedano azioni e assunzioni immediate, in deroga alle ordinarie normative fino al blocco del c.d. piano di rientro e ai rimborsi per la mobilità passiva: almeno fin all’effettivo raggiungimento dei livelli essenziali di assistenza.

Tutto questo dimostra che la programmazione sanitaria per il funzionamento delle strutture ospedaliere e i gravi deficit della medicina d’urgenza, con ambulanze inesistenti ed i pronto soccorso ingolfati, sono la rappresentazione plastica che il Governo Meloni ed il Commissario Occhiuto hanno sbagliato tutto sulla Calabria

Dott. Cesare Perri
resp. Dip. Sanità PD Lamezia

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