Personaggi illustri lametini: Antonio Marasco futurista indipendente
3 min di letturaArtista nicastrese, Antonio Marasco è considerato uno dei massimi esponenti del movimento Futurista fondato da Marinetti
Nato a Nicastro l’11 maggio del 1896 in una realtà che non rispecchia le sue attitudini, si trasferisce con la famiglia a Firenze all’età di dieci anni. Come si apprende da alcune notizie riportate dal nipote e noto cantautore fiorentino Riccardo Marasco, negli archivi del liceo Dante sono presenti documenti circa il suo profitto scolastico; per la verità non fu ben visto dal corpo docente. Infatti sono ancora consultabili alcuni giudizi che recitano «Proveniente da scuola di Nicastro (Catanzaro), parla solo calabrese!».
Una etichetta che non fa che accentuare il suo già avanzato stato di inquietudine, che lo accompagnerà per tutta la vita.
Deciderà, in seguito, di iscriversi al liceo artistico, seguendo le sue inclinazioni che si erano già manifestate in terra calabra nei pochi anni in cui vi era vissuto, ma lo frequenterà sempre meno nel corso degli anni.
La sua vita sarà contraddistinta dallo spirito di ribellione che lo vedrà in prima linea tra lotte sindacali e segnalazioni in questura con l’etichetta di anarchico. Sono gli anni in cui si avvicina e conosce Filippo Tommaso Marinetti, che seguirà in un lungo viaggio in Russia per un ciclo di conferenze tra Mosca e Pietroburgo.
E’ uno dei primi firmatari del Futurismo insieme a Rosai, Sironi, Prampolini, Depero e Dottori: un gruppo di artisti definiti Futuristi di transito.
Conosce Umberto Boccioni, anche lui calabrese, che lo definirà «compagno di miracoli». Si tratterà di un incontro che lo segnerà profondamente anche dal punto di vista stilistico, tanto che le sue opere risentiranno della maniera boccioniana per molti anni. E’ con Boccioni, inoltre, che parteciperà alla Mostra Futurista della Panama-Pacific Exposition di S. Francisco in California del 1915.
Si arruolerà da volontario in seguito allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, ma la sua fedina macchiata non gli sarà favorevole. Rimane ferito durante una spedizione a Colle dell’Orso nel 1918 e ancora convalescente ritornerà a frequentare gli ultimi Futuristi che la guerra non si era portata via.
Sentendo un cambiamento nella visione originaria del Marinetti fonderà un movimento che rimarca gli ideali primordiali che chiamerà Gruppi Futuristi Indipendenti, riconosciuto e ampiamente frequentato da artisti dalla fama internazionale.
Intanto tenterà di terminare gli studi accademici, ma sarà bocciato nonostante il suo aiuto risulterà essere fondamentale per il superamento dell’esame di una sua compagna. Questa sconfitta personale lo porterà ad accentuare ancora di più il suo lato irascibile e provocatorio. Nel frattempo si avvicina al mondo del teatro realizzando alcuni allestimenti scenografici per la Compagnia Stabile Sarda di Berti e Bragaglia.
Sarà sempre presente nelle maggiori mostre futuriste, tra cui la Biennale di Venezia, a Milano, a Parigi e alla Quadriennale di Roma. I rapporti con Marinetti si fanno, però, sempre più tesi: nonostante le rispettive riconoscenze nei propri gruppi, stenta a decollare una possibile collaborazione tra i due, una situazione che si placherà con il ritorno di Marasco nel Futurismo Ufficiale.
E’ autore, tra le altre cose, di un’opera teatrale divisa in tre atti dal titolo Panorami allo Zenit.
Alla fine della sua esistenza si ritirerà a vita solitaria, fermo sui propri ideali e continuerà a dipingere se pur privo della vista fino alla sua morte, avvenuta a Firenze l’8 aprile 1975.
Nella città di Lamezia Terme poco o nulla rimanda alle origini di uno dei maggiori esponenti del rivoluzionario Movimento Futurista, continuando a segnare quella linea invisibile che da sempre ha rimarcato il rinnegato senso di appartenenza di un artista incompreso non solo in vita, ma anche dopo la sua morte.
( In copertina un’opera dell’artista – Pagina Facebook Antonio Marasco)
Felicia Villella