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Personaggi illustri lametini: Pietro Ardito, l’uomo più insigne di San Teodoro

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don Pietro Ardito

Sacerdote, letterato e poeta: conosciuto, apprezzato e onorato anche oltre i confini d’Italia

Pietro Bonacci nella sua opera sul rione di San Teodoro traccia una breve descrizione su uno dei personaggi più illustri della zona: Pietro Ardito, di cui poco in realtà conoscono i lametini di oggi.

pietro ardito-LameziaTerme.it
Pietro Ardito

Nato il 16 agosto 1833, manifestò fin da giovanissimo la sua passione per la poesia la cui tematica era fortemente collegata al patriottismo, che in seguito caratterizzò quasi tutte le sue opere.

Secondo di cinque figli, rimase orfano di padre all’età di cinque anni: la madre Mariantonia Torcasio, giovanissima vedova di 27 anni, fu assistita, così, economicamente dal fratello Michele.

La spiacevole situazione familiare non bloccò tuttavia le aspettative sul giovane e promettente Pietro, interessato oltremodo alla letteratura: di lui si conserva, per esempio, una raccolta di opere poetiche interamente copiate a mano, custodite nella biblioteca privata della famiglia Liscotti, redatta all’età di 17 anni il cui tema è ancora una volta il patriottismo.

Nel 1857 viene ordinato sacerdote e l’anno successivo canonico della Cattedrale, oltre ad essere insegnante di Lettere nel Seminario di Nicastro per sei anni, fino al 1860.

L’anno seguente ottiene l’abilitazione come insegnante di Italiano e Storia all’istituto tecnico di Spoleto, qui in seguito diventerà direttore del Ginnasio e poi otterrà l’abilitazione all’insegnamento della Letteratura Italiana nei Licei. Sono gli stessi anni in cui nella stessa città insegna Francesco Fiorentino, a lui caro amico, ma col quale non collaborerà mai da un punto di vista intellettuale a causa di divergenze di opinione.

Dopo vent’anni di lavoro a Spoleto, rientrerà a Nicastro per stare vicino all’anziana madre e qui diventerà direttore del Ginnasio di Nicastro, oltre che continuare ad insegnare Lettere.

San Teodoro, il quartiere dove è nato Pietro Ardito

 

Nel 1883 ottiene l’abilitazione all‘insegnamento di Letteratura Italiana all’Università di Napoli; tra i componenti della commissione esaminatrice spicca la figura dell’amico e letterato Francesco Fiorentino. Lui e il collega Ferdinando Flores stilarono le motivazioni che portarono alla concessione dell’abilitazione, incentrando tale scelta soprattutto su un’opera dell’Ardito: Artista e Critico, di cui è ancora rintracciabile la seconda edizione stampata dalla Tipografia Morano di Napoli, del 1878.

Lapide commemorativa casa natale Ardito, San Teodoro

Sarà fortemente tentato di trasferirsi a Napoli, ma l’amore per la madre lo terrà stretto nel suo rione ottenendo intanto nel 1884 la nomina Decano del Capitolo.

Negli ultimi sette anni di vita regalerà alla sua comunità l’opera “Spigolature storiche della Città di Nicastro“, un’opera che si incentra particolarmente sul suo caro rione, San Teodoro.

Morirà il 21 maggio del 1889 all’età di 56 anni.

Non passerà molto tempo perché l’amministrazione decida di dedicargli, a poco tempo dalla  sua scomparsa, una targa commemorativa posta su una delle pareti esterne del Ginnasio di cui era stato direttore, sito al tempo in via Lissania a Nicastro. Un ricordo non solo alla sua dedizione letteraria, ma anche a quella politica, civica e religiosa che potesse servire da esempio per le nuove generazioni, mantenendo, fin da subito, vivo il ricordo di un uomo illustre conosciuto anche oltre i confini del territorio italiano.

Felicia Villella

 

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