Piano nazionale per la riqualificazione delle aree urbane degradate, Lamezia esclusa
4 min di letturaMascaro scrive e Governo ed Anci
Riceviamo e pubblichiamo integralmente la missiva che il sindaco di Lamezia Terme, Avv. Paolo Mascaro, ha inviato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, all’Anci Nazionale e Regionale, e per conoscenza ai parlamentari Doris Lo Moro, Giuseppe Galati e Sebastiano Barbanti.
«Mi permetto di manifestare la grande delusione che prova il Sindaco di Lamezia Terme, piccola ma orgogliosa Città del Sud, nel verificare quanto interessi sempre meno alla classe dirigente nazionale il destino di territori lontani dai grandi numeri o dai grandi poteri.
Il mio Comune ha, con grande entusiasmo, aderito, con deliberazione di G.C. n. 409 del 26/11/2015, al Bando inerente “Interventi per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate” approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15/10/2015, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale serie generale del 26/10/15 numero 249.
Per detto piano era stato istituito un fondo con autorizzazione di spesa di 50 milioni di euro per l’anno 2015 e di 75 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017, come previsto dall’art. 1, comma 434, L. 23/12/2014 n. 190; complessivamente, quindi, gli interventi erano finanziati per euro 200 milioni.
Il progetto presentato, per un importo complessivo di euro 1.994.014,44, riguardava in particolare un intervento che, in linea con le previsioni del bando, mirava alla riqualificazione e rigenerazione urbana con sviluppo dei servizi sociali ed educativi e la promozione delle attività culturali, didattiche e sportive onde perseguire la riduzione dei fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale in area territoriale particolarmente degradata.
Inutile sottolineare che per un Comune quale quello di Lamezia, da anni in pre-dissesto e con gravissima carenza di personale dipendente, aver proceduto alla redazione del progetto non è stata cosa semplice ma la possibilità di poter usufruire dell’importante finanziamento, unita all’abnegazione dei funzionari comunali, ha fatto superare con entusiasmo ogni ostacolo.
La bontà del lavoro eseguito consentiva di essere molto ottimisti sulla possibilità di poter rientrare tra i progetti finanziati.
Con decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 06/06/2017 è stata approvata la graduatoria dei progetti da inserire nel Piano Nazionale per la Riqualificazione Sociale e Culturale delle Aree Urbane Degradate e con legittima soddisfazione si è constatato che il progetto presentato dal Comune di Lamezia Terme è risultato essere allocato al n. 58 e quindi rientrante in una spesa complessiva, unitamente ai progetti che lo precedevano in graduatoria, di euro 97.000.000 circa.
Senonché, con grande rabbia e sconcerto, si apprendeva che a seguito di successivi interventi legislativi il già minimo fondo di euro 200 milioni, irrisorio considerato il numero di Comuni interessati, era stato incredibilmente ridotto a soli euro 77 milioni; ciò comportava l’ammissione di finanziamento per soli 45 progetti e non per i 128 che ne avrebbero avuto diritto mantenendo la dotazione iniziale di euro 200 milioni.
Lo sconcerto diviene ancora più grande ove si apprende che il Bando Periferie rivolto unicamente alle Città metropolitane ed alle Città capoluogo di provincia (“Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie”), partito già con dotazione di euro 500 milioni, ha visto più che raddoppiare la dotazione originaria, aggiungendosi con delibera CIPE 03/03/17, pubblicata sulla G.U. 26/06/17 serie generale n. 147, altra quota di 798,17 milioni di euro! Ulteriori notizie provenienti da qualificati organi di stampa riferiscono dell’intenzione di finanziare tutti i 120 progetti presenti in graduatoria per un onere complessivo di euro 2 miliardi e 61 milioni.
Ovviamente, nessuna critica per il finanziamento di territori, quali quelli delle Città Metropolitane e dei Capoluoghi di Provincia, sicuramente meritevoli di attenzione ma l’amara considerazione che esistono ancora oggi aree figlie di un Dio minore, e cioè i Comuni non capoluoghi, che non solo hanno in partenza minime risorse (meno di 200 milioni di euro) ma che addirittura vedono diminuire in corso d’opera le risorse da 200 milioni a 77 milioni mentre si procede a contestuale aumento da 500 milioni a 1.300 milioni per i territori politicamente più potenti.
Stando così le cose, come può un cittadino continuare ad avere fiducia? Come si può credere che vi sia davvero la sbandierata intenzione di favorire il miglioramento delle condizioni di vita in ogni angolo di Italia?
Manifesto, quindi, ancora la mia grande delusione, che è delusione della mia e di tante altre comunità, e l’amara giornaliera constatazione che non esiste vera intenzione di aiutare le periferie degradate di ogni angolo di Italia ma solo quelle delle Città che costituiscono i più importanti serbatoi di voti.
L’aspetto ancora più deludente è che ciò avviene tra vani proclami e nel silenzio di tutti, non mostrando alcuno di avere interesse affinché vi sia tutela dei territori più deboli e più fragili; di certo, tale cinica indifferenza condurrà sempre di più all’inevitabile disaffezione verso un mondo, quello politico, che oggettivamente mostra ogni giorno di essere lontano anni luce dai bisogni della gente.
Spero di essere smentito e che con i fatti, e non con parole, proclami e parate, si dimostri l’attenzione verso i territori.»
Paolo Mascaro
Sindaco di Lamezia Terme