Piccioni: chi non va a votare è complice del disastro della sanità in Calabria
4 min di letturaEsperienza diretta e vissuta in prima persona
Comunicato Stampa
Chi non va a votare poi non ha diritto a lamentarsi della situazione drammatica che si vive nella nostra regione!!!
A scanso di equivoci, prima di raccontarvi quanto vissuto in prima persona, faccio subito una premessa fondamentale: a chi è intenzionato a non andare a votare non mi permetterei mai di dire per chi votare, sto solo dicendo di esercitare il dovere di voto previsto dalla nostra Costituzione!!!
Mi permetto solo di consigliare di votare candidate e candidati che abbiano a cuore veramente la sanità e il diritto alla salute dei calabresi perché siamo arrivati ad un punto di non ritorno!!!
Già nel mese di luglio, in seguito ad un infortunio capitato a mio figlio, ho avuto modo di toccare con mano la situazione disastrosa in cui si trova l’Ospedale di Lamezia Terme. Nonostante la grandissima professionalità, competenza e umanità di medici, infermieri, oss e operatori che buttano spesso il cuore oltre l’ostacolo, a livello organizzativo e burocratico ho registrato criticità e inefficienze che ho fatto mie (file interminabili per gli ambulatori, difficoltà di tutti i tipi nei pagamenti del ticket etc etc).
Ma quanto ho visto ieri ha davvero dell’incredibile e grida vendetta!!!
E lo ripeto fino alla noia: ho visto personale medico e ospedaliero operare all’interno del Pronto soccorso ma anche negli altri reparti con una professionalità e una passione da applausi!!! Eroi per le condizioni in cui sono costretti a lavorare!!!
Ma ci sono delle situazioni inaccettabili per un Ospedale che serve l’intero comprensorio del Lametino e anche oltre: situazioni di cui qualcuno deve rispondere!!!
Mio padre, che ha 84 anni, è caduto rovinosamente salendo le scale mentre stava rientrando a casa. Nel tardo pomeriggio di ieri l’ho portato in P.S. per valutare il da farsi. Purtroppo è stata riscontrata una brutta frattura che richiede necessariamente l’intervento chirurgico e quindi il ricovero.
E qui viene il bello, o meglio il brutto e il tragico: dovete sapere che dopo le 20 nell’Ospedale di Lamezia Terme, che lo ricordo serve un bacino di oltre 150.000 persone, non è più garantito il servizio di processamento dei tamponi molecolari. Dunque chi necessita del ricovero, prima di poter accedere nel reparto, deve rimanere all’interno del P.S. in attesa che:
1. vengano raccolti un certo numero di tamponi molecolari;
2. arrivi la navetta;
3. la navetta porti i tamponi al Pugliese di Catanzaro;
4. i tamponi vengano processati (unitamente a quelli dello stesso Ospedale di Catanzaro);
5. venga comunicato l’esito dei tamponi.
Per farvela breve: mio padre, 84 anni e con varie patologie, che ha effettuato il tampone molecolare intorno alle ore 20.30 è stato materialmente portato nel reparto di ortopedia alle 3.30 di stanotte dopo aver stazionato per 6 ore all’interno del P.S.!!!
Inutile dirvi che quello che è accaduto a mio padre è successo ieri sera ad altre decine di persone e accade evidentemente ogni sera e ogni notte!!!
E questo sapete perché? Perché in oltre 18 mesi da quando è scoppiata la pandemia l’ASP di Catanzaro e la direzione dell’Ospedale di Lamezia Terme non sono stati in grado di garantire il servizio H24 della macchina che processa i tamponi presso il nostro ospedale. Una macchina che già c’è e che di giorno funziona regolarmente.
Per cui un’operazione che richiederebbe al massimo 1 ora si trasforma in un’odissea dai tempi variabili e che come vi ho raccontato può durare anche 6 ore!!!
Ma vi rendete conto? Ma vi sembrano cose da un paese civile? Ma voi pensate che sia giusto che oggi un anziano che vive a Lamezia e comprensorio e non a Catanzaro o a Cosenza o Reggio Calabria, dopo le 20 solo per accedere nel reparto ed essere ricoverato debba sopportare 6 ore di attesa invece di 1 sola necessaria al massimo per processare un tampone molecolare?
Torno quindi alle considerazioni iniziali: il voto come dice la nostra Costituzione è ”personale, eguale, libero e segreto” e oggi noi abbiamo il diritto di esercitarlo grazie al sacrificio di tanti italiani che hanno lottato e pagato anche con la vita per arrivare a questo risultato.
Ma il voto è anche un dovere civico: ogni cittadino, proprio perchè parte della collettività e di una comunità, ha il dovere di esercitarlo.
Non farlo significa essere conniventi, significa voltarsi dall’altra parte, significa in una parola essere complici della situazione drammatica che vive la sanità calabrese, significa consentire soprattutto ai tanti che operano nella sanità privata di continuare a lucrare sul diritto alla salute di noi cittadini!!!