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Piccioni : scioglimento cinque comuni, la società calabrese si interroghi

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Rosario Piccioni

Rosario Piccioni

Lo scioglimento di cinque comuni calabresi per infiltrazioni e condizionamenti della criminalità organizzata, deciso nel consiglio dei ministri dell’altro ieri, segna un altro tristissimo primato per la nostre Regione e una pagina buia per la democrazia in Calabria.

Rosario Piccioni - società calabrese si interroghi
Rosario Piccioni

Comunicato Stampa
Tra le amministrazioni colpite, due centri che rappresentano punti strategici per lo sviluppo di questa Regione, per le loro particolari posizioni geografiche, come Lamezia Terme e Cassano.
Nel caso di Lamezia Terme, siamo al terzo scioglimento in meno di trent’anni, prima città italiana con più di cinquantamila abitanti ad essere per tre volte destinataria di un provvedimento di scioglimento.
Attendiamo di poter leggere le carte e gli atti per avere un quadro chiaro e specifico delle singole vicende, oltre che per individuare le eventuali responsabilità di singoli.
Emerge subito un dato di fronte al quale, come forza politica, dobbiamo interrogarci e aprire una riflessione a largo raggio, che coinvolga tutte le espressioni della società calabrese.
Nonostante i ripetuti interventi dello Stato sul territorio e le operazioni di magistratura e forze dell’ordine, che in questi anni hanno sferrato colpi decisivi alla ‘ndrangheta in Calabria e nelle altre regioni italiane, resta il nodo drammatico dei rapporti tra le cosche e pezzi della classe politica e dirigente locale, l’inquinamento del voto dei cittadini, il tentativo di condizionare la vita politica e l’attività amministrativa.
Di fronte a questi fatti, non possiamo far finta di niente, non possiamo girarci dall’altra parte. Riteniamo non abbia alcuna utilità gridare ai complotti o inventarsi una sorta di “volontà persecutoria” nei confronti della Calabria.
Dobbiamo guardare a noi stessi e farlo con realismo. Il provvedimento di scioglimento degli organi eletti è sempre un fatto traumatico per le comunità. Ma non è nascondendo la polvere sotto il tappeto che si risolve il problema.
Quanto accaduto, chiama in causa anzitutto la politica. Le forze politiche e in particolare i partiti calabresi presenti nei territori devono mettere da parte la volontà di vincere ad ogni costo in nome della legalità e del rigore etico nella costruzione delle liste e nell’attività amministrativa quotidiana.
Questo vale in particolare proprio nei comuni, dove sappiamo quanto forte sia l’appetito delle cosche rispetto al condizionamento del voto e alla vita amministrativa anche quotidiana.
Ma è di strettissima attualità anche nel momento in cui sta per iniziare la campagna elettorale parlamentare e si stanno per scegliere i candidati.
E’ evidente, come dimostra il ripetersi delle situazioni in tanti comuni calabresi a distanza di pochi anni, che la sospensione della vita democratica, seppur necessaria, da sola non basta.
E’ urgente per tutta la classe politica e dirigente calabrese, le diverse espressioni della società civile, le categorie professionali, il mondo della Chiesa e il variegato mondo dell’associazionismo, interrogarsi su quanto continua ad avvenire nei nostri territori.
Occorre guardare in faccia la realtà e affrontare quella zona grigia dove, spesso nel silenzio colpevole della politica, continuano a consumarsi gli affari tra pezzi della politica, dell’imprenditoria, della classe dirigente e le organizzazioni criminali.
La guerra alle cosche si combatte insieme, facendo ognuno la propria parte per costruire un muro invalicabile tra le organizzazioni criminali e la vita civile e democratica delle nostre comunità.
Senza una risposta corale e senza un’assunzione di responsabilità da parte di tutte le energie della società calabrese, gli scioglimenti dei consigli comunali non risolveranno il problema e, come in particolare il caso Lamezia dimostra, si ripresenteranno nel giro di pochi anni le stesse condizioni di vulnerabilità e permeabilità alle organizzazioni criminali.
Sinistra Italiana, a tutti i livelli, farà la sua parte perché, dopo ieri, non si spengano i riflettori sui nostri comuni calabresi dove tantissimi cittadini perbene, la maggioranza, reclamano il diritto di vivere in territori liberi dalla criminalità e costruire un futuro di legalità, democrazia e sviluppo per tutta la Calabria.

Rosario Piccioni
responsabile enti locali SI Calabria

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