Il più antico orafo di Lamezia Terme
3 min di letturaSi tratta di un’hydria a figure rosse, alta cm 52, rinvenuta nel 1955 nel corso di uno scasso per piantare un vigneto, nella contrada Cirzito, al confine tra Lamezia Terme e Gizzeria.
La spalla ed il lato principale del recipiente sono occupati da scene di toilette, dove i protagonisti si specchiano, muovendosi tra Eroti (uno dei quali porge una pisside rotonda ad una dama seduta su una roccia).
Oltre ai diademi che tutti indossano, colpiscono le collane, le cinture, i bracciali e le pietre preziose, che cingono i partecipanti, così come gli specchi, la cista, ed il lungo collier che languidamente pende dalla mano di un personaggio femminile; insomma, tutto questo, in un ambiente dall’intenso luccichio, che ben richiama l’atmosfera prodotta dal Tesoro lametino, come sostiene unanimamente la critica.
Ciò fa pensare al Maestro di Sant’Eufemia (così lo hanno denominato), attivo almeno negli ultimi decenni del IV sec. a. Cr., e la cui bottega di oreficeria rappresenta, a detta dei più, proprio un unicum in tutta l’area magnogreca.
A proposito, due dichiarazioni di autenticità, sottoscritte dai sindaci di Nicastro e Sambiase, tra il 12 ed il 15 dicembre 1884, confermano, malgrado sembrino di essere copie conformi (pur non essendoci, allora, la fotocopiatrice, Materasso e Paladino, Primi cittadini, due Scaramazzino Segretari d’entrambi, per la cronaca) la visione di preziosi, dalle nostre parti rinvenuti, ora custoditi, perché venduti, al British Museum di Londra:
- Quattro strisce in oro, facenti parte di una corazza;
- Quattro strisce di oro più piccole e molto più sottili;
- Un triangolo in oro con lavori in filigrana, che potrebbe esser servito, o di frontale al diadema, o di fermaglio alla cintura che sosteneva la spada;
- Una catena in filigrana in oro con appeso un medaglione aureo, sul quale si scorgono in rilievo diversi emblemi della Città di Siracusa;
- Un medaglione in oro con emblema della Città;
- Altri piccoli oggetti tutti in oro;
- Delle monete di bronzo, sul diritto delle quali si vede la testa di Diana, con la freccia nella treccia dei capelli, e nel rovescio il fulmine alato, con la legenda in lettere greche Agatocle Basileo.
Quando penso alle tradizioni più antiche nel campo orafo, penso alla nostra storia locale, che faceva da aprifila a tutto il Mezzogiorno: chissà se gli orefici della nostra piana saranno in grado di coniugare la continuità tra ieri ed oggi, magari facendo marketing culturale di qualcuno dei prodotti di questo Tesoretto.
C’è un brevetto storico che chiede di essere restituito alla circolazione: credo si debba per il bene della Comunità!
Ps: Mi metto a disposizione, eventualmente, per fornire il materiale, alla scopo di poterne fare dei calchi di vendita.
Prof. Francesco Polopoli