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Antonino Anile, il poeta di Dio

4 min di lettura

Antonino Anile

Medico e poeta profondamente cattolico, cercò di coniugare il pensiero scientifico con la certezza della fede in Dio.

Anile da giovane

Il poeta e medico nacque a Pizzo Calabro (VV) il 20 novembre 1869 da Leoluca e Amalia Tozzi, piccoli commercianti originari di Briatico (VV), quarto di undici figli. Visse l’infanzia e l’adolescenza nella precarietà economica, in un clima familiare sereno e profondamente religioso che influenzarono decisamente il pensiero dell’intellettuale nepetino.

La carriera accademica e la produzione intellettuale

Frequentato il Regio liceo Classico Gaetano Filangeri di Vibo Valentia, si laureò a soli 25 anni in Medicina a Napoli nel 1894. Da qui seguì una rapida carriera accademica; dapprima assistente del prof. Giovanni Antonelli, poi ottenne la libera docenza in anatomia umana nel 1903 e la cattedra di anatomia artistica presso l’Istituto di Belle Arti sia di Napoli che di Roma dal 1912. Nel 1911 sposò a Parigi Maria Pekle, donna coltissima, compagna anche nel lavoro intellettuale.

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A questo periodo risalgono le sue prime pubblicazioni di carattere scientifico sotto forma di articoli giornalistici o veri propri saggi teorici di chiaro stampo anti positivista, ove l’Anile vuole dimostrare che non v’è alcuna contraddizione tra la scienza e la fede, anzi, l’indagine scientifica non è per lui che un mezzo privilegiato per accostarsi a Dio, riconoscendo la sua opera nell’ordine naturale impresso in tutte le cose. Anche la sua poetica, la cui produzione discontinua si protrasse dal 1903 al 1943, se non può essere classificata all’interno di una precisa corrente letteraria, denunzia uno stile che ricorda molto il Giovanni Pascoli della raccolta lirica Myricae. Nella poesia Anile trova sfogo alle sue inquietudini esistenziali, inquadrandole come parte di un disegno provvidenziale e dove il sentimento religioso predomina sia sulle passioni umane e sia sul progresso scientifico.

Tomba Anile

Per tali ragioni Anile fu appellato come il poeta di Dio. Fu sincero amico del poeta e filosofo catanzarese Antonio Lombardi  e del poeta vernacolare Michele Pane. Espose anche speculazioni di carattere pedagogico, sposando appieno le teorie educative di Giuseppe Lombardo Radice (1879-1938) e richiedendo tramite scritti teorici un rinnovamento della scuola italiana dell’epoca.

L’impegno politico e la morte

Anche per dare concretezza al suo impegno intellettuale nel 1919 si candidò alle elezioni politiche col Partito Popolare (PPI) nato in quell’anno ad opera di don Luigi Sturzo (1871-1959) e fu eletto nel collegio di Catanzaro. Fu riconfermato alle successive elezioni del 1921, ove divenne prima sottosegretario e poi ministro della Pubblica Istruzione coi governi di Ivanoe Bonomi e Luigi Facta (1921-1922). In tali veste ministeriale portò avanti l’iter per istituire una legge che garantisse la libertà di insegnamento. La procedura si bloccò con la caduta del governo Facta e il conferimento del ministero a Benito Mussolini. Nel 1921 sarà a Nicastro (ora Lamezia Terme), per invito di Salvatore Renda assieme a Giuseppe De Nava e Gaspare Colosimo per discutere assieme agli organi locali una progettazione sistematica per la bonifica di alcune aree calabresi. Con questo cambio repentino dei vertici governativi Anile si ritirò dalla vita politica attiva, ritornando ad insegnare e a scrivere poesia.

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Fu tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti (1925), non per sincera convinzione, ma molto più in tono polemico nei confronti dell’antifascismo del PPI. Anile fu infatti fra i pochi deputati popolari che votarono la fiducia al primo governo Mussolini. Morì a Raiano d’Aquila (AQ), dove si era recato per un periodo di riposo il 26 settembre 1943, e li fu tumulato. Su richiesta dei suoi familiari e dell’amico fraterno Giuseppe Vito Galati, nel 1952 papa Pio XII concesse che i resti mortali di Anile fossero tumulati in un modesto loculo nella chiesa di San Giorgio a Pizzo Calabro, dove ancora oggi riposano. Salvo per qualche sporadica manifestazione pubblica di carattere convegnistico, la figura di Anile è quasi sconosciuta sia nella sua Pizzo Calabro che in Calabria. Oltre che nella sua Pizzo Calabro, sono presenti delle vie intitolate ad Anile anche a Catanzaro, Roma, Briatico (VV), Roggiano Gravina (CS) e Curinga (CZ).

M. S.

 

 

 

 

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